I luoghi della malamovida raccontati dai residenti
Più di trenta pagine e circa 60 testimonianze per tracciare la mappa della malamovida a Firenze. È il dossier realizzato dai comitati del centro da cui emerge una situazione di degrado diffuso. Il dossier sarà consegnato a Palazzo Vecchio, alla polizia municipale e al prefetto Laura Lega.
Con la bella stagione le strade di Firenze tornano ad animarsi di folle di giovani che amano tirar tardi tra chiacchiere e alcolici. E per migliaia di residenti torna l’incubo. Perché non c’è legge che tenga: il popolo della notte sembra inarrestabile.
Lo sanno bene i comitati «Ma noi quando si dorme» e «Ridateci il Silenzio» che, proprio ieri, hanno «confezionato» un dossier con circa 60 testimonianze sulle «notti incivili» nel centro storico che verrà inviato al Comune, alla polizia municipale, al prefetto, al questore e alla Procura: «Chiederemo di essere ricevuti per sollecitare un intervento e ascolteremo quali siano le loro proposte per risolvere quella che noi riteniamo una tortura», spiegano Manuela Vannozzi e Giorgio Ragazzini.
Nel lungo elenco raccolto dai residenti non c’è rione che non venga toccato dal problema: da Santo Spirito a San Frediano, da Sant’Ambrogio a Santa Croce, passando per Santa Maria Novella, San Lorenzo fino a San Jacopino. «Da mercoledì a sabato, dalle 22 alle 3 noi residenti di via de’ Pepi, via dell’Agnolo e via Ghibellina, non dormiamo a causa degli schiamazzi — si legge nella prima testimonianza — Perché le forze dell’ordine non controllano?».
Le associazioni di abitanti — riunite da circa tre anni nel Coordinamento nazionale «no degrado e mala movida», che raccoglie 31 tra realtà di altrettante città italiane, sfiorando il milione di aderenti — nel loro dossier si appellano a polizia e carabinieri affinché facciano rispettare la legge, punendo quei locali e quelle persone che disturbano la quiete pubblica e il riposo. Come «il Rex di via Fiesolana che spara musica ad alto volume fino alle prime ore del mattino facilmente udibile anche in appartamenti del quinto piano. Una segnalazione ai vigili, con opportuna misurazione dell’inquinamento acustico, non ha portato a nessun miglioramento», scrivono alcuni residenti. Va peggio in piazza Ferrucci, dove da tre anni chi vive in zona ha dato il via a una battaglia giudiziaria contro il locale Dogana: «Stiamo inoltrano anche una querela per stalking. Sono stati aperti due fascicoli distinti in Procura ma ad oggi il problema degli schiamazzi, del brusio, del disturbo notturno, della musica che si avverte dal pavimento, non è cessato».
E tra chi denuncia, in Borgo La Croce, «il furto di mezzo portone», e poi lo spaccio, le risse, i danni in via Palazzuolo,
Faccia a faccia «Chiederemo di essere ricevuti per sollecitare interventi e ascolteremo quali siano le loro proposte per migliorare la situazione»
c’è anche chi punta il dito contro un ostello di viale Fratelli Rosselli dove spesso si registrano atti di vandalismo alle auto e ai palazzi della zona: «Ogni notte vado a letto con l’ansia di non sapere che cosa aspettarmi», scrive una abitante.
Ma deve essere per forza scontro tra chi risiede nei centri storici o nelle aree prescelte dalla movida e chi vuole vivere la notte spensieratamente? Secondo la testimonianza di un professore universitario che fa da pendolare tra Firenze e Genova, sì. «Abito in via Orsini, a cento metri da piazza Ferrucci. Vent’anni fa questa era una bella zona, abitabile, a misura d’uomo. Poi è arrivato il Check Point che all’inizio era un baracchino e oggi ha colonizzato un’intera piazza. Per ora non oso lamentarmi ma sono certo che prima o poi anche la mia via diventerà come via de’ Benci o via de’ Neri, luoghi che andranno abbandonati». Infine ecco anche via dei Serragli in cui da un anno è stato aperto un american bar: «Questo locale resta aperto fino alle 2 del mattino sei giorni su sette. I vigili, che chiamiamo continuamente, a volte non rispondono nemmeno».