L’Sos di Piancastagnaio: «Dateci cento tamponi»
Polemiche durante l’assemblea col prefetto dopo i contagi nella Pianese. La richiesta dei medici
Doveva servire per chiarire ma è andata a finire che ieri mattina l’incontro a Piancastagnaio per il coronavirus si è trasformato nella rappresentazione plastica di una serie di contraddizioni. Da un lato il prefetto Armando Gradone, arrivato a cercare di tranquillizzare dopo i cinque casi di contagio nella squadra della Pianese: «C’è una catena di comando e una cabina di regia: la Regione sta facendo il massimo ma l’ultima ordinanza parla chiaro, non si fanno i tamponi a chiunque». Dall’altro il sindaco Luigi Vagaggini a sgolarsi per dire che «sì, va bene tutto. Ma io sono il responsabile sanitario del mio Comune e se i miei medici del paese chiedono di fare 100 tamponi ad altrettanti persone, la Regione ci deve ascoltare perché in poche ore a Piancastagnaio ci sono stati diversi casi di coronavirus». Nel mezzo gli abitanti del paese — circa 4 mila persone — che lamentano di «essere state abbandonati dalla Regione».
Da alcuni giorni questo territorio vicino all’Amiata sembra vivere in un’allucinazione. «Le strade sono vuote perché molta gente sta in casa per paura, noi negozianti non lavoriamo più. I casi di coronavirus ci sono, ci devono dire se c’è qualcun altro è contagiato», riflette ad alta voce una commerciante. Il prefetto Gradone dice che «la preoccupazione è segno di intelligenza, ma non la paura. La sanità toscana è una delle realtà migliori in Italia. Le ordinanze son uguali per tutti». Dice invece Vagaggini: «Va bene ciò che si stabilisce, ma nel nostro caso i protocolli devono cambiare perché noi abbiamo diversi casi e io pretendo che la mia popolazione sia tranquilla». Il prefetto incassa ma spiega che non si può fare. I tre medici del paese, presenti al tavolo dei partecipanti, caricano a capo basso. «I tamponi costano 0,50 centesimi. Noi abbiamo stimato che ci vogliono 100 tamponi. Solo così possiamo capire come muoverci», dicono. Allora Lia Simonetti dell’Asl di Siena spiega che «bisogna attenersi alla linea scientifica». I medici del paese sbottano: «Solo venerdì ci sono arrivate come protezioni delle mascherine medicali che secondo l’Oms non proteggono nulla. Come se non bastasse non sappiamo nulla da giorni dall’Asl, non c’è coordinamento». Simonetti ribatte che domani «è previsto un incontro a Siena per fare il punto». Interviene il sindaco: «La Regione ci ha abbandonato, io mi aspettavo che arrivasse da Firenze qualche funzionario a gestire la situazione sul campo e invece non è arrivato nessuno». Il prefetto ripete che «c’è una catena di comando e a quella bisogna attenersi: la situazione è sotto controllo». Ma un rappresentante della società calcistica Atl Piancastagnaio chiede la parola per dire che «la Figc ci ha chiamato per sapere se la nostra squadra deve andare a giocare domani (oggi, ndr) a Chiusi. Cosa dobbiamo fare?». Prefetto e sindaco consigliano di non andare. «E meno male che c’è un protocollo che prende in considerazione tutti i casi», ironizza amaro un abitante E la polemica riparte.
❞ Il sindaco La Regione ci ha abbandonato, mi aspettavo che mandassero qualche funzionario a gestire la situazione...