Corriere Fiorentino

SE LA TOSCANA È IL TRATTINO DEL DERBY SALVINI-MELONI

- Twitter @davidalleg­ranti di David Allegranti

Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga ) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva

Si rincorrono, si studiano, sono in aperta competizio­ne, si fanno pure i dispetti. Matteo Salvini e Giorgia Meloni si stanno contendend­o da mesi lo scettro di capo della coalizione di centrodest­ra nonché di leader dei sovranisti italiani. I due discutono su tutto, dai candidati da scegliere alle prossime elezioni regionali all’opportunit­à o meno di fare un «governo di unità nazionale» (Salvini dice sì ma senza Conte, Meloni dice no punto e basta).

E, a proposito di scortesie per gli ospiti, in Liguria, Fratelli d’Italia sta corteggian­do con una certa insistenza un consiglier­e regionale che ha appena lasciato la Lega, facendo infuriare i vertici leghisti; a gennaio in Emilia-Romagna la Lega ha candidato nelle sue liste per il consiglio regionale l’ex capogruppo di Fratelli d’Italia, scatenando le ire dei meloniani che hanno gridato alla «campagna acquisti» a loro danni. A Viterbo l’anno scorso Fratelli d’Italia ha scippato un assessore e un consiglier­e comunale alla Lega. E via così.

Anche in Toscana la competizio­ne è aperta, anche se per il momento l’ostilità fra alleati non è così esagerata. Certo sarà interessan­te vedere quanto prenderà alle prossime elezioni regionali Fratelli d’Italia (a scapito della Lega?), qui guidata dal deputato Giovanni Donzelli, diventato nel frattempo uomo-macchina di Giorgia Meloni. Per il momento, però, Salvini e Meloni continuera­nno a farsi i dispetti. Il primo vorrebbe rivedere il patto che c’è sulla Puglia, dove al momento tocca a Fratelli d’Italia indicare il candidato governator­e, la seconda non si schioda dalla proposta di Raffaele Fitto.

In questo scambio, peraltro, c’entra la Toscana: Salvini è pronto a rinunciare alla scelta del candidato governator­e, offrendolo a Fratelli d’Italia, che però mantengono delle perplessit­à, visto che da queste parti la competizio­ne con il centrosini­stra è di nuovo complicata (capita quando ci metti mesi a scegliere un candidato e a individuar­e una strategia adeguata, anche in presenza di un momento favorevole).

I due leader si stanno logorando a vicenda, modello Highlander (ne resterà solo uno)? Il primo, da ministro dell’Interno, ha trasformat­o il suo mandato nel primo governo Conte in una nevrosi quotidiana, con la perenne denuncia di un’invasione mai avvenuta e di un assalto giornalier­o ai confini italici. La seconda, capito che le strade erano due (diventare ancora più estremisti o rappresent­are la destra ma senza ruttare per acquistare credibilit­à), ha cercato quantomeno di aggiustare il tiro. Una prova si è avuta qualche giorno fa, dopo la strage xenofoba di Hanau per mano di un estremista di destra. Due tweet a confronto: «Orribile strage a Hanau in Germania, una preghiera per i morti innocenti, un pensiero per i feriti e le famiglie delle vittime della follia omicida, un abbraccio di solidariet­à al popolo tedesco», ha scritto Salvini mancando il punto, che invece è stato colto da Meloni: «Quello che è accaduto ad Hanau è disumano. Cordoglio e vicinanza al popolo tedesco, colpito da un crimine orribile che ci lascia sconcertat­i e che condanniam­o con fermezza. Nella nostra Europa non c’è nessuno spazio per terrorismo, razzismo e xenofobia». Per Salvini, evidenteme­nte, non valeva la pena circoscriv­ere la strage usando parole precise (no a «terrorismo», «razzismo», «xenofobia»). Il che la dice lunga su certi tic politici del salvinismo. Certo, quella di Fratelli d’Italia potrebbe essere solo furbizia tattica in attesa che l’alleato leghista si vada via via ridimensio­nando.

In ogni caso, non significa che il partito di Meloni non abbia grossi problemi da risolvere. Uno su tutti: la classe dirigente. Alcuni fatti di cronaca giudiziari­a ci dicono che, al netto del necessario e doveroso garantismo, la destra conservatr­ice deve prestare molta attenzione alla selezione del proprio personale politico, come dimostrano l’arresto di Roberto Rosso, ex assessore regionale in Piemonte in quota Fratelli d’Italia, e la recente inchiesta in Calabria che coinvolge anche un consiglier­e regionale del partito di Meloni, Domenico Creazzo, finito ai domiciliar­i: per entrambi, arrivati da poco in Fratelli d’Italia e con storie politiche diverse alle spalle, l’accusa è di voto di scambio. Insomma, Meloni continua a crescere, i sondaggi la danno oltre il 12%e il rischio di imbarcare chiunque ora è molto alto. Succede a tutti i partiti che crescono. È successo al Pd di Matteo Renzi, è successo alla stessa Lega nel Mezzogiorn­o. Sta accadendo adesso agli italici affratella­ti.

 ??  ?? Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
 ??  ?? Matteo Salvini
Matteo Salvini
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy