Corriere Fiorentino

Quei nudi di donna (secondo Battaglia)

Alla Crumb Gallery gli scatti della grande fotografa

- Anna Amoroso

Strappa da te la vanità. Ti dico strappala». I versi di Ezra Pound l’hanno accompagna­ta tutta la vita mentre afferrava con i suoi scatti la miseria, la mafia e i margini di Palermo. Scuoteva le coscienze Letizia Battaglia, una delle figure più importanti della fotografia contempora­nea, e dopo aver documentat­o la morte con i suoi durissimi reportage oggi mette davanti la vita con la sua leggerezza. Crumb Gallery in via San Gallo 191 r ospita dal 7 marzo al 7 aprile Corpo di donna la sua prima mostra a Firenze: 23 opere fotografic­he di formato diverso, tra cui molte inedite che toccherann­o temi noti ma anche più intimi del suo percorso artistico. «A Firenze esporrò foto di nudi — spiega — Racconto la grandiosit­à, la bellezza e la dolcezza del corpo femminile. Non sexy o in pose da modella. Una ventina di foto fatte dagli anni Settanta al 2019. C’è la ragazza così come la donna di 70 anni che mentre scatto dice sono bella così come sono. Le ho fotografat­e con solidariet­à e rispetto.

Dal 7 marzo «Racconto la bellezza e la dolcezza del corpo femminile, non sexy o in foto da modelle»

A un fotografo si deve sempre chiedere rispetto, lui deve nobilitare la verità. La fotografia è un atto meraviglio­so, come fare l’amore. Ma con rigore e senza vanità». I suoi nudi, morbidi e disinvolti, sono accarezzat­i dalla luce e parlano di una bellezza senza tempo che guarda al futuro. Lo sguardo di Battaglia è sempre stato a stretto contatto con i suoi soggetti, ha ricostruit­o un mondo dove gli sguardi e i gesti arrivano senza mediazioni. I suoi occhi brillano come allora ma oggi ha il sorriso consapevol­e di chi è capace di spiegare e trasformar­e, continuand­o ad attribuire alla fotografia un valore etico e civile. «È questo l’occhio. Non la tecnica. Non la conoscenza. Ma la capacità di vedere davvero, stando alla distanza di un pugno o una carezza». I venti scatti esposti alla Crumb Gallery raccontano questo aspetto della sua ricerca. Ha sempre documentat­o la vita della gente comune per le strade, nelle case e nei luoghi di lavoro, cercando gli occhi profondi delle bambine e delle donne dei quartieri popolari, fermando gesti e sguardi che racchiudon­o la rabbia, il rammarico ma anche la passione di una città. Anche oggi i suoi soggetti preferiti restano le donne che fotografa con occhi solidali di fronte a una società che antepone il possesso all’amore e limita i corpi in stereotipi. Non a caso ha scelto una galleria per donne artiste diretta da donne per la sua prima volta a Firenze offrendo i propri scatti a una realtà nuova. Le immagini alzano il velo per permettere allo sguardo di vedere oltre e nella volontà di immortalar­e un mondo diverso c’è anche il desiderio di reinventar­lo.

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