Corriere Fiorentino

Il fidanzamen­to all’asta e la portiera invadente

- di Enzo Fileno Carabba

Ad un’asta Pandolfini lui vide una ragazza semplice e bella. Piano piano si avvicinò. «Magnifico oggetto» disse indicando un vaso che non gli piaceva. Faceva un’offerta su tutto per mettersi in mostra. «Non può dare soldi per quella collana» intervenne lei. «È un regalo». «Un regalo brutto». Nella pausa pranzo lei disse a sua madre: «All’asta c’è uno che mi tampina». La madre andò all’asta per vederlo. «Quello laggiù» disse Daniela. Alessandro si materializ­zò dietro di loro e le fece ridere. Chiese a Daniela: «Sei fidanzata?», «Sì», «Non ci credo». Il venerdì successivo, altra asta. Lei arrivò trafelata, aveva lasciato la macchina in mezzo alla strada. «Dammi le chiavi che te la parcheggio» disse lui. La madre di Alessandro telefonò in sala e andò a rispondere Daniela. «Mio figlio dov’è?», «A parcheggia­re la macchina». «Digli che è morto Raul Gardini». Lei abitava in Casentino, aveva un circolo del tennis. Lui giocava a tennis. «Questa estate avrò bisogno di un maestro di tennis» con questa scusa si scambiaron­o il numero di telefono. Mangiarono insieme. A lei piacevano i suoi occhi azzurri e il modo in cui teneva la sigaretta tra i denti. Mentre si salutavano Alessandro fece il gesto di carezzarla dalla testa ai piedi, senza toccarla. Lei si emozionò, scappò e le venne la febbre. La settimana dopo lui non chiamava. Lei lo sapeva a Castiglion della Pescaia allora si mise a chiamare tutti i circoli del tennis. «Meno male che hai chiamato, ho perso il numero». Da allora le telefonò tutti i giorni e le disse: «Io con te vorrei anche avere il tempo di annoiarmi». La chiamò amore. «Ti ho sognato, non faccio che pensare a te» mentì. Però un giorno che lei doveva andare a Verghereto lui la raggiunse, percorrend­o quella strada tutta curve e sentendosi male: una dimostrazi­one d’amore più reale di un sogno. «Vieni vedere il trompe-l’oeil a casa mia» disse Alessandro. La casa era in via di formazione. Mancava un letto. Si stesero su un materassin­o. Giacevano svestiti quando la portiera suonò. «Stiamo zitti» disse lui. La portiera continuò a suonare e poi prese a tempestare la porta di pugni insieme a un architetto. «Temevano si sentisse male» spiegò la portiera. Alessandro constatò che il fidanzato di i Daniela esisteva. Iniziò una storia clandestin­a ma un giorno lei disse: «Vieni a cena da mia mamma». Daniela comprò del pesce congelato e lo cucinò in un attimo. «Che donna» pensò lui. Lei lasciò il fidanzato. Una volta, lui la riaccompag­nò a casa alle due di notte e spuntò un individuo nudo, abbronzato. Salutò, aprì il frigo, prese da bere e andò via. «Oh chi è?» chiese lui preoccupat­o. «Mio fratello». zMeno male» disse lui.

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Insieme Daniela e Alessandro
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