A porte chiuse
Ora è ufficiale: i viola giocheranno domenica a Udine alle 18 a porte chiuse, così come con Brescia, Lazio, Sassuolo e Parma Il club studia come rimborsare gli abbonati del Franchi
Definito il calendario di A: la Fiorentina domenica a Udine
Punto, e a capo. Giorni di polemiche per poi, alla fine, tornare esattamente dove ci si era fermati. Da quel folle fine settimana (lo scorso) nel quale il calcio italiano è stato capace di infilarsi, da solo, in un tunnel del quale era diventato difficile trovare la via d’uscita. Perché in fondo tutto nasce da lì. Dalla volontà di andare contro il buon senso, pensando esclusivamente al proprio interesse. Quello economico, soprattutto.
Inutile girarci attorno: i rinvii son stati causati dalla «ribellione» alle porte chiuse. Una soluzione certamente scomoda ma, di fatto, l’unica possibile vista la situazione. Eppure, i club di Serie A (o almeno la maggior parte) hanno voluto mettersi le bende sugli occhi e, per ore, sono andati avanti come se nulla fosse. Decisi a tutto pur di scongiurare la chiusura degli stadi. Fino alla serata di martedì, e alle prime indiscrezioni sul nuovo dispositivo del governo preparato dopo aver ascoltato il comitato scientifico. È stato allora, quando si è capito che l’alternativa era fermarsi, che anche il calcio ha chinato il capo. E si è adeguato. E così, per i prossimi trenta giorni (almeno) tutte le partite verranno disputate a porte chiuse. Compresa quella contro l’Udinese che, come richiesto dalla Fiorentina, si disputerà questa domenica al Friuli alle 18 e non, come previsto in un primo momento, alle 20,45. Porte chiuse per tutti insomma. Senza distinzioni tra «zone rosse», «zone gialle».
Anche le gare casalinghe della Fiorentina quindi (a partire da quella di domenica prossima, contro il Brescia e da quella fissata per il fine settimana del 21 e 22 marzo col
Sassuolo) si disputeranno a spalti vuoti con i viola che stanno studiando rimborsi o altre forme di risarcimento per gli abbonati. Poi arriverà la sosta, e si valuterà se riaprire le porte o meno. «La priorità è la salute del popolo italiano — ha detto Joe Barone — il calcio è secondario e la Fiorentina è pronta ad adeguarsi a qualsiasi decisione». Il dg, giunto a Roma in tarda mattinata assieme a Daniele Pradè, si trovava lì (soprattutto) per un motivo diverso da quello immaginato da tutti. «Siamo venuti per incontrare il presidente del Coni Malagò — ha spiegato lo stesso Barone — è stato un primo colloquio per parlare dei temi del calcio italiano e in particolare di quelli legati agli stadi e alle infrastrutture».
Argomenti questi, particolarmente cari a Rocco Commisso. Non solo per i propri interessi (la costruzione del nuovo impianto a Firenze) ma perché il presidente viola vuol rilanciare l’immagine della Serie A nel mondo e, per farlo, avere strutture all’altezza è fondamentale. Per questo sta cercando di coinvolgere in questa battaglia tutte le componenti. «Dobbiamo essere tutti uniti in questo — ha infatti concluso Barone — dal
Coni, alla Figc, Serie A, B, C e Dilettanti». Malagò ha ascoltato e, in un colloquio durato circa mezzora, ha condiviso il pensiero espresso dal club viola. Un segnale importante, questo, che testimonia come Rocco alle parole voglia far seguire i fatti. Il dg e il diesse, invece, non hanno preso parte al Consiglio di Lega che, di fatto, ha sostituito l’Assemblea prima fissata e poi (non essendo stato raggiunto il numero legale di presenze) annullata. È stato lì che è stato finalmente trovato l’accordo sui calendari.
Si riparte da capo insomma e, quindi, da Udine. Se non altro, Beppe Iachini, potrà riprendere da dove aveva lasciato. Di certo, lo farà nella preparazione della gara ma, probabilmente, anche nelle scelte. Cutrone, per intendersi, resta in vantaggio su Vlahovic, così come Badelj pare destinato a riprendersi il posto in regia. Sperando che le sorprese siano finite.
Evitato almeno l’orario serale Barone e Pradè a Roma anche per parlare di stadi con Malagò