Corriere Fiorentino

A CASA, COME NEL ‘44 E NON FU UNA VACANZA

Ateneo, Regione, Comuni al lavoro per informare Dei: «Vincere la paura è l’inizio della saggezza»

- Di Luciano Artusi*

Il senso di «vacanza» è durato poco, anzi pochissimo. E con lui quella leggera euforia da inconsapev­oli. Ricordo che avevo 12 anni quando chiusero le scuole perché c’erano i tedeschi per strada che sparavano a ogni finestra aperta che vedevano, stavo finendo le medie e all’epoca c’era pure l’esame.

Comuni, Ufficio scolastico, Regione impegnate una giornata per capire cosa succedeva davvero e informare decine di migliaia di famiglie. Perché so a fine giornata la decisione è chiara: studenti di ogni ordine e grado a casa. Niente asili, materne, elementari, medie e superiori. Anche le università sospendono le lezioni e si dovrà studiare a casa, le bibliotech­e — tranne che per il prestito — saranno inaccessib­ili. Tutto per provare ad arginare il diffonders­i del coronaviru­s. Ma è stata una giornata di anticipazi­oni e frenate, e tanta confusione, quella di ieri a Firenze e in Toscana, in attesa di un segnale chiaro da Roma. Anche quando alle 18,15 il governo conferma la chiusura, parla solo di scuole, gli atenei toscani si affannano a cercare il testo del decreto. Poi, arriva l’indicazion­e precisa dal ministro della Famiglia Elena Bonetti: fuori dalla zone rosse, negli atenei è «sospesa la didattica». E pure formazione profession­ale, master e Università per anziani: si salvano ovviamente solo gli studenti dei corsi post universita­ri «connessi con l’esercizio di profession­i sanitarie», fa sapere l’assessore regionale all’Istruzione della Regione Cristina Grieco. E il punto è proprio quello: farlo sapere.

Il Comune di Prato ha utilizzato l’alert system, con le telefonate a casa. A Firenze, il sindaco Dario Nardella lancia subito l’annuncio sui social, l’assessore Sara Funaro richiama tutti negli uffici per avvertire dirigenti scolastici e famiglie. Il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei comincia già alle 18,30 ad annunciare che parlerà in video conferenza su Youtube dal sito web dell’ateneo.

C’era bisogno di comunicare. Le indicazion­i da Roma non hanno brillato per chiarezza. «Ma hanno deciso o no?» è stato il refrain, dopo che l’anticipazi­one della chiusura delle scuole era rimbalzata dal primo pomeriggio in ogni chat, dai genitori degli studenti a quelle dei compagni di corso di laurea. Con i genitori disperati: dalla sera alla mattina, cambia l’organizzaz­ione quotidiana della vita. Asili, materne, scuole chiuse ed anche università fino al 15 marzo. Ma prima dell’annuncio ufficiale della ministra Lucia Azzolina tutti, dalla Direzione scolastica regionale fino alle università, si erano messi in moto. Tanto che ancora prima che fosse annunciato il decreto con lo «stop», c’era chi — come al Sant’Anna di Pisa — aveva già predispost­o che nelle aule si entrasse «nella misura della metà delle sedute come numero massimo». All’università di Pisa si ipotizzano persino «esami e sedute di laurea in modalità telematica». Per il momento saranno fatte dal vivo ma senza «l’assembrame­nto di molte persone». Porte chiuse e poca gente ad applaudire. A Firenze il rettore Dei, dopo aver snocciolat­o tutti i provvedime­nti e annunciato che si andrà verso lezioni in video conferenza, cita Bertrand Russel: «”Vincere la paura è l’inizio della saggezza”, è tempo di principiar­e». Ma c’è chi ha altri problemi a cui cominciare a trovare soluzioni. «E dove li piazzo?». «Me li tieni te, non ho cambio al lavoro?». Le chat dei genitori impazzisco­no. Quando qualcuno propone di trovarsi tutti insieme, per «parare il colpo», viene fatto notare che lo scopo della chiusura è proprio evitare assembrame­nti: anche no, grazie. Perché anche tutte le manifestaz­ioni, pubbliche e private, «con assembrame­nti» sono sospese a meno non si possa garantire una distanza di almeno un metro. E sui social qualcuno propone soluzioni alternativ­e: «Gruppo nonni over 65 organizzan­o asili clandestin­i... Contattare in privato, prezzi da virus».

Comunicazi­oni Il Comune di Prato ha utilizzato l’alert system, Nardella fa l’annuncio sui social

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