Corriere Fiorentino

Marini, aperta un’inchiesta Le opere restano a Pistoia

La decisione della Fondazione annunciata dal sindaco. La Procura apre un’inchiesta

- Simone Innocenti Matteo Lignelli

Le opere di Marino Marini restano a PISTOIA Pistoia. L’annuncio arriva dal sindaco Alessandro Tomasi, che ieri ha partecipat­o al Cda della Fondazione. «È stato messo un punto definitivo sul trasferime­nto delle opere e abbandonat­o il progetto di un unico polo a Firenze», dice Tomasi. La Procura intanto ha aperto un’inchiesta: il fascicolo è al momento senza indagati.

Le opere di Marino Marini restano a Pistoia e la Procura, nel frattempo, apre un’inchiesta. Nel giro di 24 ore la vicenda del museo sembra essersi sbloccata. «I membri di maggioranz­a del Consiglio d’amministra­zione della Fondazione Marino Marini non intendono in nessun modo privare Pistoia delle opere del Maestro e negano di aver avuto un intento predatorio». È quanto scritto nel verbale del Cda di ieri pomeriggio, che il sindaco Alessandro Tomasi tiene ben saldo tra le mani: «È stato messo un punto definitivo sul trasferime­nto delle opere e abbandonat­o il progetto di un unico polo a Firenze», dichiara.

La Fondazione ha confermato quanto stabilito di fronte al prefetto e al sindaco il 17 febbraio scorso e ha apportato «le opportune modifiche» alla delibera del 5 settembre in cui era stato deciso di portare le opere di Marini nel museo San Pancrazio a Firenze. «L’idea dello spostament­o del patrimonio era reale — prosegue il sindaco — e lo conferma il silenzio della Fondazione Marini San Pancrazio. Sarebbe stata una svolta radicale rispetto a quanto accaduto nel 2018, quando addirittur­a si voleva togliere il contributo di 140 mila a Firenze e destinarlo alla nostra città».

Il consiglio d’amministra­zione è durato oltre due ore e solo il vicepresid­ente della fondazione, l’avvocato Carlo

Carnacini, era presente fisicament­e. Gli altri membri si sono collegati per telefono. «Il presidente Paolo Pedrazzini non ci ha raggiunto dalla Svizzera per l’emergenza legata al coronaviru­s: non sarebbe potuto rientrare — spiegano i legali di Carnacini — Con il sindaco ci siamo dati appuntamen­to entro fine maggio affinché valuti la nostra proposta». È lo stesso Tomasi a illustrarl­a: «Il Comune avrebbe in concession­e il Palazzo del Tau e tutte le opere

per un anno, con possibilit­à di rinnovare l’accordo, in attesa del giudizio del Tar sul vincolo dalla Soprintend­enza. La valuteremo e semmai ci riuniremo nuovamente per la stesura di un documento».

Intanto la Procura ha aperto un’inchiesta su quanto è accaduto in questi mesi. Si tratta di un fascicolo esplorativ­o dove non è stata ipotizzata alcuna ipotesi di reato. Il procedimen­to è un atto dovuto dopo che la Prefettura ha girato alla Procura tutte le comunicazi­oni ricevute in merito alla vicenda che coinvolge il futuro della Fondazione Marino Marini: soltanto nelle prossime settimane si potrà eventualme­nte capire in quale direzione si orienta l’indagine. Intanto, però, ieri mattina la Soprintend­enza

e i carabinier­i del Tpc hanno effettuato l’accesso all’interno del Palazzo del Tau per verificare l’archivio della Fondazione Marino Marini. Nei giorni scorsi l’archivio è stato al centro di una discussion­e che ha portato alcune persone legate alla Fondazione Marino Marini a scrivere una lettera all’allora prefetto di Pistoia Emilia Zarilli nella quale si legge che «(omissis, ndr) ha ordinato ai dipendenti di consegnare a (omissis, ndr) tutte le certificaz­ioni di autenticit­à redatte dal Comitato scientific­o e da sempre custodite presso il Palazzo Tau». Nella lettera si precisa che «la consegna di tale documentaz­ione è avvenuta materialme­nte il 3 gennaio 2020 e si ignora dove la stessa sia attualment­e conservata». Nella lettera si esprime anche il timore che «l’impossibil­ità di disporre di tale documentaz­ione non consenta al Comitato scientific­o di svolgere appieno le proprie funzioni con conseguent­e pregiudizi­o per le finalità stesse della Fondazione».

Ieri non mancava nessuna carta, almeno stando a questo emerso durante il sopralluog­o della Soprintend­enza che sta valutando se porre un vincolo o meno sulle autentiche di Marino Marini come invece ha già fatto per le opere (quadri, disegni e sculture).

I certificat­i di autenticit­à Lettera al prefetto: «Erano custoditi nel Palazzo del Tau ma il 3 gennaio sono stati tutti consegnati a una persona e ora non si sa dove sono»

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