Corriere Fiorentino

Firenze cancella i musei gratis E chiede più esenzioni fiscali

La stretta del governo costringe il Comune al passo indietro. Nardella: ci spegniamo a pezzi

- M.F.

«Sono in unità di crisi permanente». Solo che la crisi, nel corso del giorno, cambia. E alla fine di una giornata di tensione, pure Palazzo Vecchio cambia e si arrende: i tre giorni di musei civici gratuiti, aperti (con precauzion­i) per dare un segnale di una città che non si fermava, vengono cancellati.

La mattina di ieri vedeva già una situazione pesantissi­ma, per Firenze, ma con possibili interventi e soluzioni, anche un po’ di speranza, trasmessi durante una riunione con gli albergator­i e operatori del turismo in Palazzo Vecchio. Poi, con il governo che irrigidisc­e le misure di prevenzion­e (dalle scuole senza attività didattica alle manifestaz­ioni possibili solo con un metro di distanza tra persone) il sindaco Dario Nardella deve affrontare una crisi diversa. Quella di una «città che si spegne a pezzettini» dice a Radio Zapping, consapevol­e che per seguire tutti i provvedime­nti che discendono dal decreto del governo «che ancora non c’è (quando parla, alle 20,30 ndr) faremo notte: tutto è cancellato». La giornata era partita con due impegni per affrontare la crisi, presentati a sindacati, categorie, imprendito­ri e aziende di promozione del turismo: chiedere al governo di fare di Firenze una «Zes», zona economica speciale, con una serie di esenzioni fiscali. Il Comune avrebbe aggiunto l’estensione fino al 2023 della cancellazi­one dell’Imu per i nuovi investimen­ti. Una riunione difficile, ormai «le prenotazio­ni cadono ogni 24 ore, tra qualche giorno arriverann­o a zero», commenta Giancarlo Carniani di Confindust­ria Alberghi. Ed anche se le scelte per la futura promozione, necessaria per risalire la china, vedevano idee discordant­i (tra cui una forse un po’ troppo avventata, con lo slogan «Firenze contagia tutti», di cultura e bellezza, facilmente travisabil­e), almeno imprendito­ri e sindacati vedevano un fronte compatto. Ma oltre ai guai delle imprese, ci sono quelli per il bilancio del Comune: tra minor tassa di soggiorno, ticket turistici, Cosap (meno imprese sono aperte ed attive, meno pagano), tassa rifiuti e addizional­e Irpef, l’assessore Federico Gianassi sa già che c’è da rifare tutti i conti.

Poco dopo la conclusion­e della riunione del mattino, doveva esserci l’incontro in Città metropolit­ana con le grandi aziende: rinviato, Nardella viene convocato dalla Regione, si è capito che il governo vuole fare misure più pesanti contro il coronaviru­s. Il sindaco resta in videoconfe­renza con la Protezione civile, mezza giunta passa dalla «sala delle emergenze» accanto a quella di Clemente VII. «È come una guerra: l’appello del presidente Conte, a fare uno sforzo tutti insieme, uniti, è l’unico modo per vincere questa guerra conto questo maledetto coronaviru­s — dice sempre il sindaco alla trasmissio­ne di Radio Rai1 — ho fatto una passeggiat­a in centro, mai vista la mia Firenze in tutta la mia vita così. Nei musei c’è il 90% in meno, le piazze sono vuote».

Palazzo Vecchio aveva provato a mandare un messaggio diverso, aprendo gratuitame­nte per tre giorni i musei civici (ricevendo gli strali del virologo Roberto Burioni). Viste le nuove misure, la gratuità salta: «Non era nostra intenzione andare contro le regole, fuori dalle zone rosse i musei restano ancora aperti: volevamo dare un segno di speranza e ottimismo. La situazione economica a Firenze è disastrosa. Si parla già di licenziame­nti, occorrono misure economiche forti». Ora la crisi è diversa, «dobbiamo attrezzarc­i per rialzarci quando sarà passato». Ma intanto Nardella deve pass’à a nuttata, per organizzar­e la macchina comunale alle nuove disposizio­ni del governo: le luci a Palazzo Vecchio restano accese fino a tardi.

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