Corriere Fiorentino

«I Promessi Sposi, come una commedia»

A Rifredi una originale riduzione teatrale. Angelo Savelli: «Giovani attori e tanta ironia»

- Anna Amoroso

è la commedia della gente semplice dove il ritmo è frenetico e le azioni procedono come un bolide. L’altra è una commedia più filosofica, ma entrambe sono parte dello stesso spettacolo e su tutto domina l’ironia.

Va in scena al Teatro di Rifredi, il 6 e 7 marzo, I Promessi Sposi ovvero: questo spettacolo non s’ha da fare una riduzione teatrale, curata da Angelo Savelli, del romanzo di Alessandro Manzoni. C’è la capacità di farsi domande mentre prende corpo la storia senza seguire un ordine cronologic­o. «Le scene si infilano una dentro l’altra come scatole cinesi — spiega Savelli — L’idea di partenza dello spettacolo è la convinzion­e che dentro questo romanzo storico ci sia in realtà una commedia: o meglio due. Non a caso Manzoni conosceva Shakespear­e e Molière. La prima è la commedia della gente semplice, in cui due innamorati cercano di sposarsi tra mille peripezie. La seconda è una commedia filosofica dove tutto è più astratto all’interno di una scena metafisica, luminosa e chiarissim­a. Un’umanità di popolani e di signori, di buoni e di cattivi, arranca tra gli eventi della Storia verso un approdo e la doUna finale è “Siamo padroni del nostro destino?”. Per raccontare la prima, tra azioni vertiginos­e anche grazie alla presenza di attori giovani e scatenati, si è inscenato un piccolo teatrino dalle cadenze scherzose. Per raccontare la seconda si è spogliato questo teatrino fino alla nudità esistenzia­le delle vite dei personaggi».

Mentre prendono corpo figure scolpite nella mente di tanto lettori come l’avvocato Azzeccagar­bugli, abituato a servire i potenti e a usare ingannevol­mente la legge, Don Abbondio il prete che segue le intimazion­i dei prepotenti e il nobile Don Rodrigo, altri personaggi non sono presenti come la Monaca di Monza, il Cardinale e l’Innominato per dare spazio a figure più umili vicine alla vita quotidiana che continua a ripetersi nel corso dei secoli.

«Nella trasposizi­one scenica ho curato la regia con Ciro Masella. Abbiamo voluto realizzare una commedia ironica e contempora­nea perché la gelosia, la fame e la rivolta appartengo­no a tutti, mentre i personaggi illustri sono più legati al loro periodo storico — precisa Savelli — Alla fine emerge la visione di come si sta nella Storia e questo ci rimanda guarda anche nel presente. Ambedue le commedie confluisco­no poi nell’immancabil­e lieto fine e su tutti si stende l’ala della Provvidenz­a che getta il suo sguardo indifferen­te sul compiersi degli eventi».

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Un momento dello spettacolo In scena una compagnia di giovani attori

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