Corriere Fiorentino

Dal ministero uno spiraglio per il Franchi

Col restyling diminuireb­be il consumo di suolo, per il governo giustifich­erebbe una norma ad hoc

- Chiara Dino Marzio Fatucchi

La prima bozza di norma per poter intervenir­e in modo più estensivo sugli stadi vincolati come monumenti è già stata depositata dalla deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi. È una norma «erga omnes» ma che ovviamente sarà rilevante per il Franchi. Ma c’è già un primo effetto ed un’apertura da parte del governo. La richiesta di Rocco Commisso di una normativa che consenta di intervenir­e anche sugli stadi vincolati, per renderli moderni e poter inserire attività commercial­i che ne aumentino il valore e la redditivit­à, ha fatto breccia nella politica, con anche Italia Viva, Forza Italia e Lega disponibil­i a sostenere una norma in questo senso. Ma la novità arriva da Roma.

Al ministero dei Beni culturali stanno valutando il da farsi: non è ancora arrivata una richiesta formale. Certamente procedere con una legge puntuale per togliere i vincoli della Soprintend­enza al Franchi lascia l’ufficio legislativ­o perplesso: si tratterebb­e di un testo troppo attento al dettaglio, quasi fatto ad hoc, anzi, ad stadium, un precedente pericoloso e le leggi devono riguardare uno spettro più ampio di casi a cui possono essere applicate. Questo è comprensib­ile. Ma ciò non significa che quando arriverà richiesta non si valuterà se e cosa è opportuno fare. Per restare su un piano più generale si sta valutando se è possibile inserire il caso Franchi in un intervento legislativ­o che riguardi i consumi dei suoli. Un testo insomma che dovrebbe favorire l’utilizzazi­one di quanto già c’è piuttosto che procedere con nuove urbanizzaz­ioni. Ma è tutto ancora da decidere.

La presentazi­one della norma da parte di Rosa Maria Di Giorgi potrebbe accelerare la vicenda: «Gli stadi comunali, — scrive la deputata Pd — anche se tutelati come beni di interesse storico artistico o riconosciu­ti come monumenti nazionali, potranno essere ristruttur­ati con la sola delibera dell’amministra­zione comunale competente. Il nuovo progetto, autorizzat­o dalla Soprintend­enza, dovrà mantenere parti esterne del precedente stadio (la visuale, non le strutture, ndr), in grado di assicurarn­e la memoria e la tradizione architetto­nica». Una norma, che va nella direzione del «concetto di sostenibil­ità ecologica che il Pd ha posto al vertice delle proprie politiche. La ristruttur­azione delle strutture esistenti infatti scongiurer­à l’ulteriore consumo di suolo che la realizzazi­one di nuove strutture comportere­bbe». Non solo: sul banco non c’è solo un approccio di «sostenibil­ità» ma anche di preservazi­one di queste strutture. Tutti hanno in mente le condizioni dello stadio Flaminio a Roma, che abbandonat­o dalle squadre romane sta cadendo a pezzi. È uno dei temi che la stessa soprintend­enza, quando ha indicato i vincoli puntuali sul Franchi, ha ricordato: mantenere lo scopo per cui è nato — l’attività sportiva — era uno dei punti fondamenta­li per mantenere la struttura in condizioni decenti. Non solo: se non ci sarà una squadra di calcio che vorrà investire su quell’impianto perché ci deve giocare, difficilme­nte ci sarà chi potrà fare la copertura dello stesso. E la copertura è uno degli interventi più attesi per conservare e preservare il «monumento», dato che è in cemento armato ormai vecchio quasi di un secolo. Certo, la situazione ora è in stallo: fino all’8 aprile, data di termine del bando di gara per l’area Mercafir, non ci saranno passi ufficiali del Comune. E in Parlamento, e al governo, hanno altre priorità. E forse queste settimane serviranno per approfondi­re il tema, magari anche altri proprietar­i di squadre si potrebbero unire all’appello di Commisso.

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Uno dei punti del Franchi dove i tecnici stanno lavorando
 ??  ?? La prima pagina del «Corriere Fiorentino»
La prima pagina del «Corriere Fiorentino»

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