UNA NOTTE A UN EURO, PER CAMBIARE TURISMO
Non occorre la passione per le scommesse per puntare sul fatto che l’emergenza economica durerà molto più di quella sanitaria da coronavirus.
È prevedibile dunque che ci vorrà tempo per rimettere in moto la complessa macchina del turismo in Toscana e a Firenze, voce importante ma non unica dell’economia regionale, sicuramente la più visibile con la sua capacità di muovere a cascata un indotto del quale è difficile stimare la portata. Giusto dunque ogni intervento che sappia rispondere nell’immediato ad una emergenza che rischia di diventare una bomba occupazionale. Ma forse è anche il caso di pensare all’immediato dopo. Perché un dopo ci sarà e niente tornerà come prima. Gli esperti del settore sanno bene che la crisi del settore turistico non cesserà con la fine dei contagi a catena. La programmazione dei grandi tour operators si misura sugli anni e non sulle settimane. Giustificate si alzano le grida di allarme degli albergatori abituati al sold-out. Ma basta un rapido giro sui motori di ricerca specializzati per accorgersi che i prezzi per notte negli alberghi fiorentini non mostrano apprezzabili segni di invogliante flessione. Facile obiettare che ora nessuno è disposto a pagare cento o più euro in meno a fronte del rischio potenziale di contrarre il virus. Ma se il buongiorno si vede dal mattino può nascere il sospetto che l’intero comparto conti più sul ripristino automatico di una rendita di posizione che sulla preparazione ad un mercato che sarà profondamente cambiato anche dopo l’emergenza: ci vorrà del tempo per convincere i visitatori stranieri a tornare e nel breve-medio periodo ci sarà da conquistare un mercato interno provato ulteriormente dal supplemento di crisi economica lasciato in eredità da Covid-19. Alla fine degli anni ’70 Venezia lanciò una campagna a base di forti sconti per rilanciare il turismo invernale non ancora conquistato dal Carnevale. Il virus veneziano di allora era l’acqua alta ed una città fredda e semichiusa. Funzionò. Forse cominciare a pensare che formule come quella di offrire una notte al prezzo simbolico di un euro a chi pagandole, ne trascorre altre due non è l’applicazione di una formula da supermercato ad un settore che si vorrebbe più nobile, bensì l’inizio di un ripensamento del turismo a Firenze con una presenza meno mordi-e-fuggi, meno accompagnata dal rotolare diuturno dei trolley e un pochino più simile a chi, fino a poco fa, in questa città ci veniva per viverla con i tempi che le sono necessari.