QUELLI VICINI AL PUEBLO (MA IL PUEBLO STIA LONTANO)
Noialtri anarchici di destra, che crediamo nelle leggi morali dentro di noi e nella libertà del mercato, siamo sempre stupiti quando leggiamo le posizioni conservatrici dei cosiddetti intellettuali di sinistra, ai quali il «pueblo» piace solo quando resta nelle strofe delle canzoni. Pensiamo di intravedere, infatti, per qualche istante, una corrispondenza d’amorosi sensi fra aristocrazie contrapposte. Tuttavia, è solo una pia illusione.
Quella dei Tomaso Montanari — lo prendiamo come esemplare rappresentativo, dopo l’ultima strepitosa performance sul Fatto quotidiano — è infatti solo l’ipocrisia dei ricchi di sinistra ai quali in fondo il popolo fa un po’ schifo.
Venerdì lo storico dell’arte, agitatore politico a tempo perso (diciamo buttato) e pubblico intellettuale, ha spiegato perché il coronavirus ha fatto anche cose buone. «La decrescita obbligata da virus dovrebbe darci la forza di capire che è tempo di consumare di meno, di far viaggiare di meno le merci, di lavorare per un numero minore di ore e così via.
Di rinunciare, insomma, a questo devastante modello di crescita infinita», ha scritto Montanari, che fra le altre cose è docente all’Università per Stranieri di Siena.
Poi, a un certo punto, Montanari ha preso la rincorsa e s’è lanciato in una delle sue più ripetute, da anni, perorazioni sul turismo fiorentino: «C’è poi un risvolto tutto italiano di questa lezione: quello che riguarda la decisa frenata della turistificazione di città come Venezia o Firenze, che hanno improvvisamente perso circa la metà delle prenotazioni, e che in questi giorni appaiono belle e accoglienti come non lo erano da trent’anni almeno. Una tragedia economica, un paradiso civile e sociale: possibile che questa clamorosa contraddizione non ci dica qualcosa sulla follia di un modello che distrugge inesorabilmente la “bellezza” che vende?».
Ora, fatichiamo davvero a comprendere come si possa trovare del buono anche solo nel dimezzamento delle prenotazioni alberghiere e come si possa considerare «bella e accogliente» una città svuotata per paura del contagio. Non si capisce neanche quale sia il modello alternativo se non uno che dichiara la città un gigantesco museo che inizia all’Isolotto e finisce a Firenze sud. Mettiamo un bel ticket d’ingresso, evitiamo che il turistame accorra copioso e avremo un meraviglioso paradiso isolato dal resto del mondo.
E se il pueblo non può permettersi il ticket? Affari suoi, direbbe Montanari che non sa individuare un modello di sviluppo alternativo se non quello della decrescita (in)felice. L’importante, comunque, è ripetere che il capitalismo è cattivo e che la globalizzazione è brutta e sporca. Eppure è grazie a questo modello che la diffusione della conoscenza delle opere d’arte è stata massificata. È grazie a questo modello che si può visitare la bellezza eterna delle opere d’arte contenute agli Uffizi anche solo in un giorno. Un modello che permette anche a chi non ha soldi di poter vedere e studiare opere che altrimenti rimarrebbero a prendere polvere nel salotto di qualche Montanari, desideroso di non condividere l’arte con tutti.
Ora, questo modello non piace ai conservatori di sinistra che esultano perché albergatori, ristoratori e imprenditori vedono pesantemente ridotte le loro vendite, con conseguente ricadute occupazionali. Ma tanto sono camerieri, cuochi, fornitori, che problema c’è? Pur di avere una città «bella e accogliente» come non era così da trent’anni questo e altro.
Il problema di quelli come Montanari è che si dicono di sinistra e vicini al popolo ma non amano che il popolo si avvicini a loro. Non vogliono, insomma, che la democratizzazione della conoscenza permetta loro di viaggiare e visitare le città e apprezzarne le opere d’arte messe a disposizione di tutti. Per questo anelano a una presunta epoca dell’oro in cui eravamo di meno a fare le passeggiate in via dei Calzaiuoli, con le nostre ghette linde, le strade belle e accoglienti e senza turisti in ciabatte. Certo, la ricerca scientifica non era all’avanguardia come oggi ma anche questo non è importante. L’importante è nel proprio salotto non entri nessuno.
❞ Montanari, e con lui certa sinistra, pensano che il virus abbia fatto anche cose buone L’importante è ripetere che il capitalismo è cattivo e che la globalizzazione è brutta e sporca Ma è grazie a questo modello che la diffusione dell’arte è stata massificata