STA VINCENDO LA CONFUSIONE
Campionato di calcio o campionato di caos? La domenica più sconcertante della serie A è andata in onda ieri in una giornata senza precedenti per incertezza, confusione e ripensamenti. Il ministro Spadafora si è opposto allo svolgimento delle partite, il presidente dell’Associazione calciatori, Tommasi, era dello stesso parere, la Figc si era adeguata, la Lega invece sosteneva che si doveva giocare. La partita Parma-Spal che doveva cominciare alle 12.30 ha avuto inizio con più di un’ora di ritardo. C’è qualcuno che ha vinto in questo frullare di no e di sì? Certamente le due televisioni a pagamento che hanno l’esclusiva sulle dirette del campionato e anche la Lega che si è messa al sicuro da eventuali grane (la grana c’entra sempre). La confusione, che dimostra di essere forte più di ogni altra cosa, ha avuto un effetto misteriosamente benefico sulle squadre di bassa classifica: la Spal ha vinto in trasferta a Parma, il Genoa ha battuto il Milan nel vuoto catino di San Siro, la Sampdoria ha capovolto il risultato contro il Verona, forse dimostrando che l’assenza di pubblico indebolisce i forti e irrobustisce i deboli. Volendo spingerci oltre potremmo concludere che il campionato silenzioso è più falso che vero. Circondata dal virus, dagli interessi, dalle esigenze della salute e da quelle del calendario, la serie A sta scrivendo una storia di cui non si vede la fine: il ministro Spadafora avrà la sua rivincita con un lungo stop del calcio. La raccomandazione di stare a casa, che il sottoscritto osserva con scrupolo sia per l’età, sia perché gli ricorda con esattezza una saggia raccomandazione della nonna casentinese («state a casa, cittini») di fronte agli eventuali rischi tipo un po’ di pioggia o il passaggio in paese di una corsa ciclistica, questa saggia e antica raccomandazione avrà evitato il radunarsi, a stretto contatto, di appassionati tifosi nei luoghi, privati e pubblici, in cui era possibile vedere la partita in televisione? In questa giornata appoggiata sul vuoto e sulle sorprese la Fiorentina ha raccolto un punticino, che veleggia tra il prezioso e il modesto.
Pareggiando sul campo dell’Udinese in una partita che ha avuto come principale caratteristica quella di essere stata finalmente giocata. La squadra, sempre prudente ma nel finale più aggressiva ha tirato in porta forse tre volte, l’ultima con Chiesa nel modo più pericoloso. In realtà l’occasione migliore l’aveva avuta Duncan il cui controllo di palla viaggia tra il buono e l’errore, in questo caso ha prevalso l’errore sotto forma di un tocco sbagliato. È stata una partita di poco conto e di poche emozioni nella quale ha per così dire dominato lo scambio di palla continuo tra i tre difensori viola, soprattutto tra Caceres (che ci è sembrato uno dei migliori) e Pezzella in un fraseggio preparatorio al poco che è stato poi prodotto in attacco. Se non ha passeggiato la Fiorentina ha passato il tempo passandosi il pallone. La prestanza fisica di Okaka ha messo qualche volta in difficoltà la squadra di Iachini, ma un pareggio senza gol è quanto di meno peggio si poteva chiedere a questa partita, come le altre silenziosa e urlata (dalle panchine). Nella parte finale, avendo annusato il calo dell’Udinese, Iachini ha largheggiato in cambi offensivi inserendo anche Cutrone, che non ha avuto né il tempo né il modo di entrare in partita, e ha arretrato Chiesa che non è che un lontano parente di sé stesso. Comunque sia nella giornata in cui chi stava peggio in classifica è stato meglio in partita, la Fiorentina ha perso qualche lunghezza nel suo lento viaggio verso la tranquillità, in questo balbettante campionato in cui la tranquillità e la regolarità sono di fatto abolite.