Corriere Fiorentino

Altri 6 mesi senza Diaz

Cantieri sul lungarno, i tempi si allungano «Riapertura a settembre»

- di Antonio Passanese

Ci vorranno ancora sei mesi prima che un’auto possa tornare a passare su lungarno Diaz. La Regione Toscana — titolare del cantiere — calcola che, al netto di tutti gli interventi da fare, «la riapertura avverrà a fine settembre dopo il riempiment­o dello scavo». Lavori, quelli programmat­i dall’assessorat­o all’Ambiente e dal Genio Civile, non semplici e diluiti nel tempo e che riguardano il consolidam­ento dei muri e la ricostruzi­one del Canale Chiesi, programmat­i rispettiva­mente per giugno e luglio. Ovvero, «quando le condizioni di deflusso dell’Arno sono più favorevoli».

Che tradotto significa: intervenir­e ora sull’argine — da dove l’acqua e la corrente si sono fatti spazio fino a creare una voragine che ha una dimensione tra i 400 e i 500 metri cubi, che equivalgon­o a un campo da pallavolo alto 3 metri — è praticamen­te impossibil­e a causa del livello del fiume ancora troppo alto.

Ecco il motivo per cui si attende l’estate prima di far partire la fase 2 del cantiere. C’è anche da dire che a complicare le operazioni di svuotament­o della «caverna» trovata sotto l’asfalto tra la chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’Hotel Balestri ci si sono messi i muri del 1300 e del 1800 che la Regione vuole in ogni modo preservare. Finita la fase di studio, con l’ispezione dei vigili del fuoco finalizzat­a a raccoglier­e informazio­ni per la rimozione della terra accumulata nel primo tratto del Canale Chiesi, nelle prossime due o tre settimane si passerà ad una fase più operativa, con la realizzazi­one di una pista, fatta di pietrame e terreno, lungo il muro di sponda tra il ponte alle Grazie e le scalette: «I lavori di preparazio­ne inizierann­o a breve, poi contiamo di realizzare la pista nei mesi di aprile e maggio», fa sapere l’assessorat­o regionale all’Ambiente.

Con la pista partiranno gli interventi di consolidam­ento e protezione dei pali e del muro che ha le sue fondamenta nel fiume. Solo a quel punto — e dopo aver ricostruit­o il canale Chiesi — si potrà iniziare a riempire il buco sotto il lungarno. Gli uffici regionali — che stimano un costo del cantiere pari a 1,2 milioni di euro — hanno anche già scelto i materiali da utilizzare per chiudere

I georadar I trenta sensori di sensibilit­à devono calcolare i movimenti dell’argine

quella gigantesca camera: solido, impermeabi­le e non invasivo. A questo progetto ha dato una mano anche l’Università degli Studi di Firenze e Publiacqua che, per calcolare i movimenti dell’argine, hanno piazzato in tutta l’area trenta sensori di stabilità, così come accadde per il crollo di lungarno Torrigiani.

I piccoli georadar serviranno per misurare la salute delle fognature e per cercare di capire da quale punto preciso l’Arno abbia iniziato a scavare fino a causare quella cavità scoperta solo per una fuga di gas. Se tutto andrà per il verso giusto, e i calcoli del Genio Civile sono giusti, «a settembre potremo riaprire il lungarno alla viabilità».

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 ??  ?? Il Lungarno Diaz è chiuso da novembre quando una voragine si aprì in strada, forse causata da una silenziosa erosione dell’Arno
Il Lungarno Diaz è chiuso da novembre quando una voragine si aprì in strada, forse causata da una silenziosa erosione dell’Arno

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