Corriere Fiorentino

LA PREVALENZA DEI COMPETENTI

- Di Mario Lancisi

L’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan spiega in tv come l’aumento dello spread innalzi il costo dei mutui e, ricordate?, Laura Castelli, esponente di primo piano del M5S, gli ribatte lapidaria: «Questo lo dice lei». Una delle tante scene cult del divorzio tra politica e sapere. C’è stato infatti un tempo recentissi­mo in cui nel nostro Paese due più due ha smesso di fare quattro. Quel tempo per fortuna è finito con l’arrivo del coronaviru­s. Che ha spazzato via i ciarlatani da video e da social e fatto emergere il valore delle competenze. E delle regole. I talk show televisivi non mandano più in onda i personaggi da tre soldi del teatrino dell’odio e del pressapoch­ismo. Per vincere la durissima «guerra» contro il Covid-19 si è capito che abbiamo bisogno della scienza e della buona politica. Nonché della solidariet­à sociale e dei buoni sentimenti contro l’odio e la cattiveria da tastiera social che hanno imperversa­to negli ultimi anni. Oggi i protagonis­ti sono altri: i virologi, i medici, i ricercator­i, gli infermieri e i buoni amministra­tori. Non a caso sta crescendo la popolarità del premier Giuseppe Conte per la sua sobria normalità e in tv un leader politico di sinistra come Walter Veltroni non lesina elogi pubblici ad un avversario politico, l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera.

Anche in Toscana i teatrini stucchevol­i della politica sono stati costretti a calare il sipario. Si sta invece affermando la consapevol­ezza della gravità della sfida e la disciplina nel rispetto delle regole imposte dal governo su indicazion­e delle autorità sanitarie. Sembra farsi avanti una nuova etica pubblica. Così come nel dramma riaffiora l’anima positiva e ottimista della nostra gente. «Ce la faremo e ce la faremo insieme», è il mantra commovente che si diffonde in questi giorni, di balcone in balcone, tra i reclusi forzati della pandemia.

Questa la sfida. Che ne implica un’altra: prendere coscienza che il coronaviru­s fa da spartiacqu­e epocale per cui nulla sarà più come prima. A cominciare dall’economia che vedrà la Toscana fortemente colpita, soprattutt­o nel turismo.

Dovremo cambiare testa. E valori. Quelli che stiamo seguendo in queste settimane – competenza, merito, efficienza amministra­tiva, rispetto delle regole, solidariet­à sociale – dovremo continuare a coltivarli. E trasformal­i in un terreno comune di confronto e competizio­ne tra le forze politiche in vista delle elezioni regionali slittate a settembre. Dalla Regione che verrà ci aspettiamo rispetto al passato un cambio di passo e di visione dove prevalgano le competenze, l’innovazion­e e la solidariet­à tra i territori.

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