Corriere Fiorentino

«Il nostro hotel per chi è in quarantena»

- Giulio Gori

Ha ospitato gli sfollati del Mugello e ora il Delta Florence di Calenzano apre le porte a chi è in quarantena.

«Se la Regione e l’Asl hanno bisogno di un albergo per mettere i contagiati in quarantena, noi ci siamo». Luca Dini, direttore del Delta Florence di Calenzano, mette a disposizio­ne il suo hotel per l’allerta coronaviru­s. Nei giorni scorsi, ha offerto la propria disponibil­ità all’Asl Toscana Centro e ora aspetta di sapere se Azienda e Regione siano interessat­e. Proprio la Regione, giovedì, in un incontro con le associazio­ni degli albergator­i che avevano avanzato la candidatur­a di 2.00 posti letto in hotel, residence e agriturism­i. E l’Unità di crisi toscana ha risposto, in attesa di vagliare le strutture, che serve una realtà con almeno 50 posti letto, dedicata esclusivam­ente ai casi Covid. «Noi abbiamo un’ala, completame­nte isolata dal resto dell’hotel, con un ingresso indipenden­te, con 50 posti letto che per volontà del nostro amministra­tore, l’ingegner

Alfiero Bruni, mettiamo a disposizio­ne di questa emergenza». L’Hotel Delta Florence è un colosso da 242 camere e il ristorante, uno dei requisiti necessari per le persone in quarantena. Chi ospiterebb­e? Chi è positivo, o sospetto positivo, è in buone condizioni di salute ma non può restare a casa per non rischiare di contagiare i famigliari. Questa soluzione è ritenuta fondamenta­le per liberare posti letto negli ospedali dai pazienti clinicamen­te guariti e lasciarli disponibil­i per i casi più gravi. «Se c’è bisogno ci siamo — dice Dini — Lo scorso dicembre abbiamo ospitato una trentina di sfollati del terremoto del Mugello, ora siamo pronti a farlo per il coronaviru­s. Non lo facciamo gratis, ma una realtà si mette comunque a disposizio­ne quando c’è un’emergenza». L’ala isolata del Delta, oltre alle 50 camere, ha a disposizio­ne una saletta all’ingresso che potrebbe fare da centrale per i sanitari. «Noi ovviamente non possiamo obbligare il nostro personale a lavorare ai piani, lo farà solo chi vorrà», ma la Regione ha assicurato che integrerà con addetti sanitari le eventuali carenze di personale degli hotel. Dini spiega di non aver paura di associare il nome del coronaviru­s al suo albergo: «Da un lato, noi lavoriamo quasi sempre con gruppi stranieri. Dall’altro credo che sia una cosa bella da fare». Al Delta, in questo periodo di crisi del turismo a causa del virus, spiegano di avere non più di 25 clienti a notte, per lo più operai che lavorano in zona da prima dell’allerta sanitaria. «Ma non siamo in grave difficoltà, un’azienda sa che deve mettere sempre qualche soldo da parte per quando arriva un giorno di pioggia». A Firenze e dintorni, ci sono altri tre alberghi candidati: due in città, uno a Novoli, l’altro in centro storico, un terzo a Campi Bisenzio.

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