Corriere Fiorentino

Bufera su Bini Smaghi «Difende Lagarde, lasci»

Il presidente nel mirino di Pd e centrodest­ra per le critiche a Mattarella

- G. Bernardini

Bufera pratese sul neo PRATO presidente del Centro Pecci per le arti contempora­nee Lorenzo Bini Smaghi. Verso l’ex membro del board della Banca centrale europea ieri è partita un’invettiva bipartisan: il deputato pratese del Pd Antonello Giacomelli e l’ex candidato sindaco del centrodest­ra Daniele Spada lo hanno criticato duramente fino a mettere in discussion­e il suo ruolo in città, dopo che il banchiere fiorentino ha criticato in diretta tv il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’oggetto del contendere è la posizione di Bini Smaghi sulle esternazio­ni della presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, che come noto ha messo in allarme il sistema finanziari­o dello Stato in un momento di durissima difficoltà del Paese: «Non è compito della Bce ridurre gli spread» e «non voglio essere ricordata per un altro whatever it takes» i due passaggi che hanno generato uno scompenso nel mercato dei titoli di Stato e grande irritazion­e in Italia, tanto da muovere anche il Quirinale: «Si attendono, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidariet­à — ha riferito Mattarella in un comunicato ufficiale dopo le parole di Lagarde — e non mosse che possono ostacolarn­e l’azione». Bini Smaghi, intervenen­do alla trasmissio­ne Omnibus di La 7, ha di fatto preso le difese della presidente della Banca centrale europea, bollando l’intervento del Capo dello Stato come «una reazione sproposita­ta».

La reazione poi, l’hanno scatenata proprio le parole di Bini Smaghi. «Lui è legato a Société Générale ed è chiaro a tutti che i suoi interessi ed i suoi punti di vista — tuona Antonello Giacomelli — coincidano molto più con quelli di ambienti finanziari esteri che non con quelli del nostro Paese ma dovrebbe avere, se non il buon senso almeno il buon gusto, di tacere, in un momento del genere». Poi il deputato Pd rincara la dose in un post su Facebook: «Sono molto dispiaciut­o che un personaggi­o del genere sia stato nominato presidente del museo Pecci di Prato e che il nome della mia città sia quindi, almeno per un certo periodo, abbinato al suo. Spero che questo periodo passi presto. E senza danni».

Bini Smaghi aveva articolato il suo pensiero, sostenendo che Christine Lagarde avesse fatto una «gaffe scolastica», una sorta di errore di comunicazi­one che prescinde dal comportame­nto della Bce. «Non credo che lei si sia voluta distanziar­e da Mario Draghi, non cederei a retroscena che risultano poco credibili: forse — aveva concluso Bini Smaghi — la reazione di Mattarella è stata un po’ esagerata». Il tono dubbioso del presidente del Pecci non è servito a smussare l’ira dell’opposizion­e in Consiglio comunale. Daniele Spada, che ha sfidato (perdendo) il sindaco Biffoni alle elezioni dell’anno scorso, chiede la sua testa: «Bini Smaghi deve fare le valigie. Siamo in una situazione di emergenza e non vogliamo sovraccari­care gli uffici del Comune presentand­o adesso atti ufficiali, anche perché siamo certi che il sindaco, trascorsi questi drammatici giorni, sarà il primo a chiedere un passo indietro a Bini Smaghi dalla presidenza del Museo Pecci».

Interpella­to il sindaco Matteo Biffoni ora «preferisce non commentare in questo momento delicato impiegato ad affrontare temi certamente più urgenti».

«Comunque — conclude Spada nel suo intervento — se vi fosse qualche amnesia da parte dell’amministra­zione, saremo i primi a presentare una mozione per chiederne l’immediata rimozione».

Critiche bipartisan Giacomelli (Pd): spero passi presto questo periodo in cui il suo nome è legato a quello di Prato. Spada (centrodest­ra): deve fare le valigie

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Lorenzo Bini Smaghi
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Christine Lagarde

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