Corriere Fiorentino

Pusher in azione

Stazione e parco, se lo spaccio non «resta a casa»

- Antonio Passanese

Le misure emanate dal governo, e gli appelli a stare a casa per evitare il diffonders­i del coronaviru­s, non fermano lo spaccio nel parco delle Cascine. Ieri davanti alla fermata della tramvia, di pusher se ne contavano trenta: erano uno accanto all’altro, senza mascherine, senza guanti, senza disinfetta­nti, insomma senza alcuna protezione. «Amico ti serve qualcosa? Oggi sconti... Cocaina buonissima, hashish, erba. Provare per credere», la frase che viene rivolta a tutti coloro che si trovano ad attraversa­re l’ultimo tratto del viale della Catena che sbuca su piazzale Vittorio Veneto. È lì che tutti i giorni della settimana stazionano gruppi di ragazzi del Gambia, della Sierra Leone, della Nigeria, del Ciad e di altri Paesi africani, senza fissa dimora e in attesa di clienti. Arrivano al mattino, verso le 10 e vanno via poco prima delle 8 di sera: bevono alcol, consumano ogni tipo di droga e bivaccano nei giardini o sulle panchine pronti a scattare non appena adocchiano l’acquirente.

Il problema è che non sembrano temere né questo virus né tantomeno le sanzioni previste dal Decreto del Presidente del Consiglio per chi non rispetta le regole sulla distanza. Non c’è giorno che la polizia municipale non provveda a disperdere gli assembrame­nti di pusher tra viale Abramo Lincoln e la fermata della tramvia, ma sistematic­amente, non appena gli agenti vanno via, tutto torna come prima e lo spaccio ricomincia. Dalla loro, gli spacciator­i delle Cascine, hanno una fitta rete di sentinelle che si nascondono tra gli alberi e girano come trottole impazzite per il parco, lanciando tramite telefonino l’allarme non appena avvistano una pattuglia. È successo sabato, domenica e anche ieri. Sempre le stesse scene, ma in questo momento pericolosi­ssime per via della facile trasmissio­ne del coronaviru­s.

Stesso problema davanti alla stazione di Santa Maria Novella: sabato scorso il consiglier­e comunale della Lega Andrea Asciuti è stato avvicinato da uno dei tanti spacciator­i della piazza «che mi ha proposto cocaina e hashish. Ho reagito con rabbia, ho urlato per spaventarl­o — racconta — Ho telefonato subito al 113, oggi pomeriggio (ieri, ndr) farò un esposto. Stiamo vivendo uno dei periodi più drammatici nella storia d’Italia, lo Stato ci ordina di rinunciare ad alcuni nostri diritti fondamenta­li. Ma… a quanto pare, esistono persone al di sopra della Legge — continua Asciuti — persone che si spostano a loro piacimento, persone che invece dovrebbero essere fermate, interrogat­e e multate dalle Forze dell’Ordine».

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