Forte, Lombardia
Tra i milanesi asserragliati: «Noi siamo rispettosi, usciamo solo in giardino»
«Ma certo che ci sono i milanesi, solo che non si vedono. Ci chiamano al telefono per ordinare i generi alimentari e noi glieli portiamo tutte le mattine, tenendoci a debita distanze dalle ville», dicono alla Piccola Enoteca del Forte, negozio di alimentari gourmet nella zona di Caranna. Restare in casa, in quella parte dorata della Versilia, sembra paradossalmente più facile se paragonato a chi vive in città in un appartamento da 50 metri quadri. La popolazione dei vacanzieri ha riaperto le seconde case da alcune settimane a questa parte: molti di loro hanno chiamato l’Asl per dire che venivano dal Nord e si sono messi in isolamento. Ai normali 6.000 mila fortemarmini, in queste settimane vanno aggiunti dai 600 ai 1.000 proprietari di ville e seconde abitazioni.
«Non usciamo di casa, siamo rispettosi, al limite stiamo nel giardino di casa quando è bel tempo», dice al citofono un industriale milanese che abita a due passi dalla Piccola Enoteca. A riconferma che c’è più gente lo dicono anche gli operatori ecologici del territorio: «Ritiriamo più spazzatura rispetto al solito periodo: ci sono delle zone dove sembra di essere in piena estate».A giro ci sono polizia e carabinieri che coprono il controllo del territorio con posti di blocco. A ora i casi più eclatanti sono quelli riscontrati dai militari: a Forte dei Marmi sono stati denunciati molti romeni sorpresi a contravvenire al provvedimento del Governo. Nessun vacanziero facoltoso è stato sanzionato, ad esempio.
«Non ci spaventano questi clienti che si sono autodenunciati. Il problema non è di questi vacanzieri ma di chi — prima di due settimane fa — era arrivato al Forte in barba alla zona rossa di Milano e di Parma. Sono venuti e sono andati via, senza che si mettessero in isolamento», dicono da Biagi, altro negozio di gourmet in pieno centro. Entrambi i negozi però hanno notato un primo ritardo nella consegna della merce: i ritardi dei corrieri al Brennero arrivano anche qua, dove iniziano a esserci le prime mancanze di merce alimentare.
Chi è in casa, comunque, rimane in casa. Le finestre sono serrate. I servizi sono ridotti al minimo. Ma la presa di coscienza collettiva è arrivata soltanto la scorsa settimana e non tutti l’hanno capito. Ad esempio venerdì scorso un bar — piuttosto defilato dal piccolo centro del Forte — è stato sanzionato e poi chiuso perché, ancora, continuava a restare aperto. Sul mare si contano pochissime persone, c’è chi porta il cane e chi passeggia. La scena è irreale, si sente il rumore del mare già nella Pineta dove abitualmente si svolgeva il mercatino del mercoledì (ora sospeso).
Gli unici rumori sono quelli di alcuni operai che stanno facendo dei lavori di riasfaltatura dei viali a mare. Lavorano senza parlare, utilizzando anche loro le mascherine. «Lavorare così è molto strano anche per noi», commentano un attimo prima di ributtarsi a capo chino a fare quello che stavano facendo dalle 8 del mattino. Nei supermercati la fila delle 13 è impressionante, tenuto conto della situazione. È molto ordinata, c’è molto rispetto. Nessuno ha voglia di parlare né lì e neppure da quei pochi balconi che sono aperti e che diventano uno dei pochi modi di stare all’esterno. Anche se bisognerà capire — dopo la chiusura degli arenili — se tutto questo meccanismo durerà nel prossimo weekend. O se le persone continueranno a stare a casa.
«Bisogna non uscire, se non per andare a fare cose di prima necessità», dice a un certo punto Paolo Brosio che compare improvvisamente — con la mascherina sulla faccia — mentre sta andando a fare «un po’ di spesa. Ho deciso di rinunciare a qualsiasi trasmissione a Roma: resto a casa con mia mamma, che ha la sua età. E va bene così». Andando verso il Pontile si sente — come accade ovunque — il rumore dei passi. Solo che qua si confonde con quello provocato dalle onde del mare. L’orizzonte sembra essere sterminato. A differenza delle strade del Forte, che sono regolari e vuote. Ma piene di angoscia. Che ognuno vive come può, anche decidendo di recludersi. E chi ha più fortuna lo fa con case enormi e giardini con piscina. Sperando che tutto torni come prima.
L’imprenditore lombardo
Noi non oltrepassiamo la porta di casa, siamo rispettosi, al limite andiamo qui in giardino quando è bel tempo
Da «Biagi»
Il problema non sono questi vacanzieri ma quelli arrivati due settimane fa e in barba alle zone rosse: sono venuti e sono andati via, senza mettersi in quarantena