Riccardo Toccafondi
Il ragazzo dell’Isolotto diventato grande con la musica e la pittura
Era uno dei «ragazzi dell’Isolotto». Riccardo Toccafondi se ne è andato ieri a 57 anni, circondato da medici e infermieri ma da nessun parente. «Aveva malattie pregresse, è stato in vari ospedali, prima Ponte a Niccheri, poi negli ultimi giorni era ricoverato a Careggi, al padiglione San Luca», raccontano gli amici stretti. L’ultima volta che il fratello lo ha sentito è stato qualche giorno fa. «Fino a dieci giorni fa le visite erano permesse, si poteva entrare nei reparti anche se in sicurezza e poche persone alla volta. Poi non è stato più possibile farlo», spiega chi lo conosceva bene. Quattro giorni fa Riccardo ha avvisato il fratello al telefono che lo avrebbero cambiato di reparto, poi non ha più risposto al cellulare. Silenzio. Le sue condizioni, hanno detto i sanitari con cui i parenti erano continuamente in contatto, si sono aggravate e la situazione ieri mattina è precipitata. «Da lì per i familiari è iniziata una trafila incredibile, prima non si sapeva dove sarebbe stato portato il corpo, poi lo hanno portato alle Cappelle del Commiato, ma con la raccomandazione di velocizzare la procedura per la cremazione». Uno strazio nello strazio. «La disperazione dei parenti è di non poterlo accompagnare fino all’ultimo». Riccardo era fiorentino, ma viveva con il fratello nel Valdarno, in una casa piena di colori, l’odore delle tempere ad olio, musica e libri. Nella sua vita aveva fatto tanti lavori, sempre precari. Aveva un semplice diploma, ma era sempre stato curioso e «da grande» aveva ricoperto il piacere dello studio e della ricerca, da autodidatta. Si era dedicato alla musica e alla pittura, suonava il basso, dipingeva e cucinava ricette naturali per sé e per gli amici.