A Mulazzo, il paese della regione con più vittime
Neppure si affacciano dalla finestra. «Se ne vada, cosa vuole?», dicono nel centro storico di Mulazzo, alta Lunigiana, 30 chilometri da La Spezia. Impossibile biasimare chi lo fa perché nella provincia di Massa Carrara ci sono stati 16 morti. Da queste parti il coronavirus miete vittime velocemente, più che in altre zone della Toscana. Su una popolazione di 2500 persone (sparse in 32 frazioni) a oggi le vittime per il virus venuto dalla Cina sono 5 mentre altri 5 sono i decessi «che non sappiamo a cosa siano dovuti dato che non c’è certificazione medica», dice il sindaco Claudio Novoa, al suo secondo mandato. «Nel 2012, qua, dopo l’alluvione crollarono 5 ponti. Pensavamo di aver visto il peggio: ci eravamo sbagliati», spiega. Le persone in quarantena sono 75 mentre quelle in isolamento volontario sono 8. Nove invece le persone che sono «positive» al Covid19 e che restano in casa. Undici quelle all’ospedale per il corona. «C’è anche un mio amico che ha 22 anni, ora sta un pochino meglio, ma era intubato. Per giorni non l’ho sentito, poi ieri ci siamo parlati», dice Marco dal giardino di casa. Da Mulazzo era arrivata anche la più piccola contagiata della Toscana che ha un mese e che fu trasportata al Meyer. «Ora sta benino — dice il sindaco — Qua siamo tutti una famiglia. Non sappiamo come mai la nostra comunità sia così colpita. Posso dirle che con le doppie case si arriva a 5 mila persone con un flusso certificato di 20 mila persone». I carabinieri pattugliano la zona ma non ce n’è bisogno. «Fuori normalmente non c’è nessuno, adesso poi è davvero il deserto», racconta Simona, che lavora all’Asl. «Ci mancano le mascherine in ospedale: lo scriva», dice. Per la verità 6 mila mascherine sono arrivate da Haiyang, città cinese che con Mulazzo si è unita sotto il segno della cultura al Salone del libro internazionale di Bologna. «È stato un bel gesto. Le abbiamo distribuite tra ospedali, servizi sanitari e negli 11 Comuni della Lunigiana», spiega il sindaco di Mulazzo, dove ci sono 3 alimentari. Quella più importante, da ieri, ha il vetro. «Le persone non possono entrare — dice Andrea, il titolare — Ordinano da fuori. Facciamo anche consegna a domicilio grazie ai volontari della Protezione civile: è un servizio ideato dal Comune». Si sta molto in casa, a volte si parla da finestra e finestra. Si usano i social. «Avevamo perso il nostro cane Mia, nella chat WhatsApp del paese una persona l’ha ritrovata: ci ha mandato una foto e siamo andati a riprenderla», racconta Asia.