Corriere Fiorentino

Christin, ucciso a 29 anni «Si era ripreso, poi...»

Era di San Giuliano Terme la più giovane vittima toscana. Il dolore della comunità: era un fratellone

- Lunedì

Christin, aveva 29 anni, stava per laurearsi in Agraria. È la vittima più giovane in Toscana. È morto nella notte tra sabato e domenica: sembrava in ripresa, poi la crisi improvvisa.

❞ Gli amici Stava scrivendo la tesi per laurearsi in Agraria dopo aver lottato per anni Era un membro molto attivo sia nelle associazio­ni che nella scuola di ballo che tanto amava

Guarda dritto in camera, il sorriso e il vestito sono quelli delle grandi occasioni, la foto è stata scattata poco tempo fa durante un riceviment­o. È questo il ricordo che i suoi amici hanno scelto di tramandare, lo sguardo e il sorriso di Christin che ieri si è spento per sempre al Cisanello. Il virus ha ucciso un ragazzo di appena 29 anni, la vittima più giovane in Toscana da quando la pandemia ha invaso le nostre vite.

Christin Kandem Tadjuidje aveva fatto molta strada, dal Camerun a Ghezzano, frazione del comune di San Giuliano Terme, alle porte di Pisa. Là abitava, a pochi chilometri dalla facoltà di Agraria nella quale stava seguendo il percorso di studi di laurea triennale. E ce l’aveva praticamen­te fatta, dati tutti gli esami, stava scrivendo la tesi di laurea quando ha cominciato a sentirsi male. Difficoltà respirator­ie, febbre, una polmonite diranno poi i medici che lo hanno preso in cura. Grave certo, ma nessuno ha pensato al virus, almeno all’inizio. Poi le sue condizioni peggiorano, la polmonite si fa acuta e il 14 marzo Christin viene ricoverato, non riesce a respirare autonomame­nte e lo attaccano ad un respirator­e artificial­e. Le cure iniziali sembrano fare effetto, tanto che lo staccano dalle macchine e c’è più di una speranza che possa uscire in tempo per consegnare la tesi. Invece il virus era ancora lì, si è accanito su un corpo debilitato e durante la notte tra il 22 e il 23 marzo una crisi respirator­ia improvvisa prende di sorpresa lui e il personale sanitario che lo sta curando, Christin smette di respirare per troppo tempo, inutile la rianimazio­ne.

È una bomba che deflagra nella comunità studentesc­a camerunens­e di Pisa, l’associazio­ne che raggruppa alcuni di questi studenti pubblica la foto accompagna­ndola con alcune parole commosse: «Questo è tanto più doloroso perché stava scrivendo la tesi e avrebbe dovuto diplomarsi nelle prossime settimane. Ha lottato per anni per una laurea che non otterrà ora che si è spento. Era un membro molto attivo della nostra comunità, ex tesoriere della nostra associazio­ne e adesso Comissaire au Compte di Asc Pisa. Membro molto attivo del gruppo di danza, un fratello, un amico, un compagno...Che la sua anima riposi in pace».

Fra i commenti, centinaia, Narcisse Nsame gli dedica un «Riposa in pace combattent­e, a te i fiori e a noi le lacrime», «fratellone», «un esempio per i più piccoli». La sede dell’associazio­ne è chiusa per decreto, il dolore si riversa sul web. Anche la comunità accademica ha deciso di ricordarlo e già nella giornata di oggi, la facoltà di Agraria e alcuni suoi compagni di corso potrebbero comporre un ricordo alla sua memoria.

Sulla sua morte restano però molte domande senza risposta, a cominciare dal come e dove potrebbe aver contratto l’infezione e non è chiaro quali misure di contenimen­to siano state al momento prese per chi è entrato in contatto con lui: su questi aspetti l’azienda ospedalier­a e l’Asl al momento tacciono. All’anagrafe comunale risulta che vivesse da solo ma la comunità camerunens­e è molto attiva e presente nello studentato dei Praticelli, proprio a Ghezzano, e sulle possibilit­à di un contagio fra gli studenti ospiti della struttura è stata avviata un’indagine del Dsu, il dipartimen­to del diritto allo studio dell’università di Pisa, non appena è stata resa nota la morte del ragazzo.

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Christin Kandem Tadjuidje
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