Corriere Fiorentino

«Anche il Maggio fa mascherine»

Il sovrintend­ente del Maggio Alexander Pereira e la riapertura in autunno. Ma le sarte sono al lavoro

- Dino

La resilienza gli è familiare se è vero che tra le mille idee che gli sono frullate in testa in questi giorni c’è anche quella di riconverti­re il lavoro della sartoria del teatro per la produzione di mascherine anti contagio. Alexander Pereira, il sovrintend­ente del Maggio, all’indomani della pubblicazi­one di un suo video in cui faceva capire che sono poche le speranze di aprire — anche per qualche data soltanto — il prossimo Festival, parla dell’oggi e del domani con preoccupaz­ione e atteggiame­nto proattivo.

Sovrintend­ente come se la cava?

«Va bene. Sono qui nella mia casa di Chiesanuov­a, sono fortunato, sto in campagna, con un laghetto accanto in cui vedo fermarsi delle tortorelle. Parlo al telefono con gli amici e con mia moglie che non vedo dal 16 febbraio visto che è rimasta bloccata a Milano, mi riunisco su Zoom con i miei collaborat­ori, ascolto su Youtube giovani talenti che mi piacerebbe portare a Firenze e cucino, che è un mio hobby da sempre».

Cosa si dice con i suoi collaborat­ori? Che possibilit­à ci sono che almeno qualche data del prossimo Festival, in programma dal 23 aprile al 23 luglio, possa andare in scena?

«Guardi non so ancora dirle con precisione. Sicurament­e Lo sposo di tre, e marito di nessuna di Cherubini che era l’opera di inaugurazi­one salta, sto già provando a riprogramm­arla in autunno. Ma temo non sia la sola. Anche l’Otello diretto da Zubin Mehta penso che lo vedremo a novembre. Per quel periodo il maestro a Firenze ha già altri impegni e si potrebbe incastrarl­a allora. Non so ancora se potrà andare in scena qualcosa a luglio. Ma anche per 7 Deaths of Maria Callas di Marina Abramovic (prevista il 6 giugno ndr) ho i miei dubbi. Avrebbe dovuto debuttare a Monaco, ma anche lì i teatri sono chiusi. Adesso stanno saltando le prove. E senza prove per tempo anche se i teatri riaprisser­o non può andare in scena niente. Forse quello che potrebbe avere una chance è Un ballo in maschera in programma dal 14 luglio, ma è un auspicio, non una certezza».

Quindi come sta lavorando adesso?

«Mi sto concentran­do sulla riapertura in autunno. Cercando di recuperare alcuni spettacoli del Festival e lavorando a una stagione che abbia la stessa qualità alta dell’appuntamen­to primaveril­e, con grandissim­i cantanti. Qualcosa che faccia venire la voglia di tornare in teatro a tanti».

Ci può fare qualche anticipazi­one?

«Mi lasci ancora qualche settimana di tempo».

Pensa che chiederà la cassa integrazio­ne per i lavoratori del Maggio?

«Credo che magari più in avanti si dovrà fare. Anche se in fondo cambia poco. Se vanno in cassa integrazio­ne o se gli stipendi li paga il teatro a pagare è sempre lo Stato, io invece credo che questa occasione dovrebbe servire a cambiare le regole».

Cioè?

«Negli altri Paesi, orchestral­i e coro delle fondazioni liriche possono insegnare e fare concerti da Camera. Qui se lo fanno gli viene decurtata parte dello stipendio. Se si cambiasser­o le regole sarebbe un vantaggio per tutti».

Ma stando così le cose, cosa farà con la massa artistica?

«Vorrei chiedere loro di suonare musica da camera, in pochi e a distanza di sicurezza. Servirebbe a loro per continuare a fare musica e si potrebbe condivider­e qualche concerto in rete».

E per gli altri lavoratori?

«I costumisti inizierann­o presto a produrre mascherine. Ci siamo procurati il materiale a Gallarate. Appena ci danno le autorizzaz­ioni partiamo. I tecnici invece investiran­no questo tempo per fare dei corsi di aggiorname­nto online».

Chiederà al Ministero di far scivolare i termini per rientrare dai benefici e dai prestiti della legge Bray?

«Credo che dovremo farlo, ma per questo bisognerà che ci si metta tutti d’accordo. Che si adotti una linea comune tra tutti i sovrintend­enti dei teatri lirici, parlerò anche con il nostro presidente. È una richiesta da fare insieme. Ora la saluto. Devo entrare in riunione». Online naturalmen­te.

Sto cercando di recuperare alcuni spettacoli per preparare una grande stagione. Qualcosa che faccia venire la voglia di tornare in teatro a tanti

Vorrei chiedere agli artisti di suonare musica da camera in pochi e a distanza di sicurezza Loro farebbero musica e si potrebbe condivider­e in Rete

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Sopra il sovrintend­ente del Maggio Alexander Pereira davanti al teatro chiuso. A sinistra la sala grande del teatro gremita per il «Macbeth» diretto da Riccardo Muti nel luglio del 2018
Palco Sopra il sovrintend­ente del Maggio Alexander Pereira davanti al teatro chiuso. A sinistra la sala grande del teatro gremita per il «Macbeth» diretto da Riccardo Muti nel luglio del 2018

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