Corriere Fiorentino

Il tampone? Senza scendere dall’auto

Sei postazioni tra Siena, Arezzo e Grosseto. L’Asl: «Chiameremo solo i casi sospetti»

- G.G.

In attesa che sul territorio arrivino le unità mobili, in supporto ai medici di famiglia, per fare i tamponi a domicilio, l’Asl Toscana Sud Est si attrezza con una soluzione che richiama un po’ la Formula 1, un po’ i McDrive di McDonald’s: i cittadini sospettati di aver contratto il coronaviru­s da oggi saranno chiamati dall’azienda sanitaria e saranno invitati a raggiunger­e in macchina delle postazioni, dove dovranno solo abbassare il finestrino, aprire la bocca e farsi strisciare il tampone sulla gola, per poi ripartire e tornare a casa.

L’annuncio è arrivato ieri da parte del direttore generale dell’Asl, Alfonso D’Urso: si chiamerà «Drive-Thru» (un’abbreviazi­one slang dell’inglese «drive-through», ovvero «guidare attraverso»), espression­e ripresa proprio dalla Formula 1, dove viene usata per indicare quelle penalità in cui le automobili da corsa devono passare dai box senza fermarsi. Nel caso del tampone, ci si dovrà fermare, ma il senso del messaggio è che il pit-stop sarà brevissimo, senza neanche scendere dall’auto, ma facendo tutto dal finestrino, per ridurre al minimo i rischi dei sanitari impegnati nel test. Un modello ispirato all’esperienza, prima in Italia, di San Lazzaro di Savena (nella foto), nel Bolognese, e poi via via imitata in altre località italiane, per cercare di velocizzar­e e rendere più sicuro lo svolgiment­o del test. L’esperiment­o non riguarda, per ora, tutta l’azienda, ma è già partito ieri a Grosseto, comincerà oggi ad Arezzo, domani arriverà a Siena, per poi proseguire anche in Valdarno, Valtiberin­a e Chianciano.

I luoghi deputati al test saranno indicati dal dipartimen­to di Igiene ai cittadini sospettati di essere stati contagiati, non a tutta la popolazion­e, perché lo screening resta al momento limitato ai sintomatic­i che hanno avuto con contatti a rischio. «Il tampone resta ad oggi il principale strumento di diagnosi — spiega D’Urso — Abbiamo potenziato tantissimo i laboratori (virologici, ndr) di Arezzo e Grosseto, che lavorano h24, per fare più test possibili». L’annuncio del direttore generale è arrivato attraverso una diretta Facebook, in cui ha anche assicurato l’apertura di un’unità di crisi sul caso di Bucine: nel Comune del Valdarno, in una residenza sanitaria assistita sono risultati infettati 22 anziani e 8 dipendenti.

Nel Valdarno Trenta infettati in una clinica per anziani a Bucine Attività l’unità di crisi

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