Corriere Fiorentino

Allarme gelata Le temperatur­e sotto zero spaventano i vignaioli «A rischio le viti e non solo»

A Bolgheri 5 sottozero, in Maremma meno uno. A rischio anche ciliegi e peschi

- di Aldo Fiordelli

La colonnina di mercurio di una delle stazioni meteo di Bolgheri ieri notte è scesa fino a -5°C. Nella mite località costiera dal clima puramente Mediterran­eo la Tramontana ha fatto tremare i produttori di vino, a meno di tre anni dalla terribile gelata che il 9 aprile 2017 colpì mezza Europa. I piccolissi­mi tralci di Sangiovese ne hanno subito risentito. «Siamo in pochi ad avere il Sangiovese in questa zona — ha spiegato Giacomo Satta dell’omonima cantina (Michele Satta, ndr) — che è una varietà più precoce rispetto al Cabernet Sauvignon più comune nella Doc Bolgheri. Purtroppo, con temperatur­e tra i -5°C e -2,5°C nelle stazioni meteo di diversi vigneti, gli effetti si vedono. Specie nelle vigne più giovani, e quindi più vigorose, le gemme sono più avanti e qualche foglia si è sicurament­e bruciata. Per fortuna però, rispetto al 2017, siamo ancora in una fase iniziale della gemmazione della vite, due settimane indietro rispetto al 9 aprile 2017, e quindi i danni al momento potrebbero essere limitati. Stiamo a vedere cosa succederà nelle prossime notti e incrociamo le dita».

Analisi confermata anche da Lucca. Matteo Giustinian­i della Fattoria Sardi Giustinian­i oggi perlopiù nota per uno dei più interessan­ti rosé della regione, avverte che «nelle zone più colpite molte gemme erano ancora, come si dice in gergo, ‘cotonose’», cioè chiuse e quindi embrionali, in una fase tale da proteggere la formazione del futuro grappolo. «Dispiace però perché nella nostra zona delle Colline Lucchesi ci sono molti frutteti in fiore e in questo momento perdere la frutta sarebbe un danno per tutta la comunità».

Ad aver riportato i danni peggiori potrebbero essere il ciliegio e il pesco, ormai tutti fioriti grazie alle ultime belle giornate delle scorse settimane. Il che potrebbe influire negativame­nte su produziome­ntre

ne e prezzo di questi prodotti nel prosieguo della stagione. Agostino Lenci, produttore della Fattoria di Magliano, riferisce che in Maremma si è di poco sforato lo zero con una temperatur­a di -1°C. «La maggior parte delle piante non ha ancora gemmato. I vitigni più precoci sono un po’ gonfi, ma si vedono solo poche foglioline. Vediamo stanotte (ieri, ndr)». La gelata in Maremma ha comunque già «spellato» tutti i carciofi, per la conta su altri prodotti ci vorrà ancora qualche giorno.

Chi lavora in biodinamic­a sta preparando gli infusi di valeriana per minimizzar­e gli effetti della gelata sulle piante. «La stragrande maggioranz­a dei vigneti — spiega Adriano Zago, uno degli agronomi di riferiment­o per chi fa biologico o biodinamic­a — sono gemme appena poco più che gonfie o con qualche micro fogliolina dischiusa. Alla peggio si brucerà quella. Dove siamo in condizione di fare qualcosa di più si usa il 507 ovvero il preparato di valeriana per la biodinamic­a. Al momento non sono state valutate ipotesi di usare candele o fuochi anche perché con la siccità che c’è stata e il vento, vige un divieto di accendere fuochi. Quindi il da farsi rimane davvero poco». Buone notizie al momento anche dal Chianti Classico, dove nella maggior parte delle zone più vocate la stagione è ancora abbastanza indietro per destare preoccupaz­ione. Non è vissuta insomma come una grande gelata pericolosa.

Ma c’è anche chi, non senza cinismo, prova a dire seppure a denti stretti che una piccola perdita di produzione in un momento di stallo come questo delle vendite di vino a livello mondiale, non sarebbe poi tanto disastrosa. Un particolar­e tra il tetro e la realtà, emblematic­o dell’animo che serpeggia tra i produttori di vino più preoccupat­i dal mercato che della gelata, se la situazione da emergenza Covid-19 non si sbloccherà presto.

❞ I produttori di vino Rispetto al disastro del 2017, per fortuna siamo ancora all’inizio della gemmazione dei vitigni

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Tra i produttori non si nasconde il timore che le prossime nottate possano mettere a rischio le piante
Una vite di Bolgheri — il Sangiovese di Giacomo Satta — così come appariva ieri mattina dopo la gelata della notte. Tra i produttori non si nasconde il timore che le prossime nottate possano mettere a rischio le piante

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