Niente cinquina Olimpiadi nel 2021 E Montano ora pensa al ritiro
Lo schermidore livornese doveva essere il portabandiera della delegazione italiana: «A 42 anni vado troppo in là» Gli altri atleti toscani: «Momento complicato, meglio così»
«Sono costretto a riflettere sulla mia carriera ma il rinvio è giusto». La scelta di spostare le Olimpiadi al 2021 segna anche il probabile addio alle gare per Aldo Montano che il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva già proposto come probabile portabandiera a Tokyo. Lo sciabolatore livornese era pronto per la sua quinta olimpiade ma le speranze sono svanite dopo la decisione del Cio di rinviare definitivamente i Giochi di un anno. «Sono in chiusura di carriera. Speravo in uno spostamento delle Olimpiadi a ottobre, perché a novembre compio 42 anni e con la scelta di farle slittare al 2021 — spiega Montano — vado troppo in là. Avevo indicato in Tokyo il traguardo della mia carriera. Adesso questa notizia cambia i piani. Però era la decisione che andava assunta. Avevo sperato nel rinvio a ottobre, in quel periodo avrei avuto la certezza di poter salire in pedana ma la salute di ciascuno di noi viene prima di ogni cosa».
Non cambia niente, invece, per Stefano Tempesti, 41 anni tra due mesi e portiere della Nazionale di pallanuoto. Nato a Prato e cresciuto alla Rari Nantes Florentia, ora gioca nell’Ortigia Siracusa. Stefano punta alla sesta olimpiade, dopo l’argento di Londra e il bronzo di Rio. «È chiaro che è sempre più difficile ma finché continuerò a giocare a pallanuoto, e penso di poterlo fare ancora per qualche anno, rimarrò nel giro degli azzurri. L’ambizione e la motivazione ci sono — continua Tempesti — e facendo un super campionato mi auguro di essere un candidabile per la porta della Nazionale. Poi, quando verrà il momento, sarà il ct a decidere se convocarmi». La decisione di rinviare i Giochi trova concorde anche un’altra rappresentante della pallanuoto toscana, la pratese Chiara Tabani (argento a Rio 2016). «L’Olimpiade rappresenta il massimo per uno sportivo — afferma la Tabani — e tutti devono poterci arrivare al massimo, nella migliopure re forma possibile. A oggi, purtroppo, questo non sarebbe stato possibile».
La pensa così anche Irene Vecchi, sciabolatrice livornese tesserata Fiamme Gialle. «Aspettavamo solo l’ufficialità — spiega — cioè di sapere se dovevamo allenarci con una prospettiva di 4 mesi oppiù lunga. Da parte mia ero serena, perché avevo già la qualificazione conquistata, ma tanti altri atleti stavano vivendo in un complicato limbo. Adesso l’importante è che finisca questa pandemia, ogni giorno che accendo la televisione o leggo un giornale mi vengono in brividi ad apprendere certe notizie».
Slitterà di un anno anche l’esordio olimpico tanto atteso di Lorenzo Bacci, 26enne fiorentino erede di Niccolò Campriani nella disciplina del tiro a segno. «La decisione del Cio è giusta — afferma Bacci — perché noi come atleti in questo momento abbiamo la responsabilità immensa, ovvero quella di trasmettere calore e vicinanza alla gente. Se si fosse disputata il prossimo luglio, non sarebbe stata un’Olimpiade divertente né tantomeno serena».
Anche per Andrea Benelli, fiorentino, oro nel tiro a volo ad Atene 2004 e attualmente direttore tecnico della squadra azzurra di skeet, quella del Cio è una scelta pienamente condivisibile. «Non c’erano i presupposti — dice — perché le Olimpiadi potessero disputarsi a luglio. Mettere 15.000 persone in un villaggio olimpico sarebbe stato come far rinascere il problema sanitario del coronavirus. Sono giornate molto brutte per chi fa sport, ma è anche vero che purtroppo oggi ci sono cose ben più tristi a cui pensare. Obiettivo primario è sconfiggere questa pandemia mondiale, poi si prepareranno i Giochi».
Montano e il rinvio al 2021 dei Giochi «Scelta giusta, Tokyo per me era un traguardo: ora cambiano i piani»