È il Dantedì Il regalo degli Uffizi, le mostre virtuali e la maratona social
Acquisita l’opera di Nicola Monti con Paolo e Francesca. Per la festa di oggi viaggio tra i dipinti
Anche agli Uffizi oggi è il Dantedì. Il museo prende parte alla giornata nazionale in onore di Dante Alighieri, promossa da Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera, acquistando da un anonimo privato un bellissimo dipinto di inizi Ottocento, Francesca da Rimini nell’inferno dantesco, capolavoro giovanile del protoromantico pistoiese Nicola Monti (Pistoia 1780 – Cortona 1864). E inaugurando, ieri notte, una nuova mostra virtiale: Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi, un tour negli inferi del museo attraverso i social. L’opera di Monti è un olio su tela di 168 centimetri per 121 e raffigura il Poeta stremato faccia a terra sdraiato ai piedi di Paolo e Francesca sballottati dal vento, dipinti in chiave neo manierista, mettendo in primo piano il tema della solitudine. A commissionarla a Monti fu il suo mecenate Luigi Fauquet, un negoziante livornese. Monti, che era un ammiratore di Michelangelo in un momento storico in cui il genio più amato era invece Raffaello, si è fatto conoscere anche come scrittore di saggi di pittura e di natura biografica. «Dante fa parte del patrimonio delle Gallerie degli Uffizi — ha commentato il direttore del museo, Eike Schmidt — non soltanto per via delle nostre collezioni dantesche, ma anche per il luogo che egli frequentò nella sua veste pubblica e politica, l’ex chiesa di San Pier Scheraggio, nel Cinquecento inglobata dal Vasari nella fabbrica degli Uffizi». Per questo motivo, aggiunge, «partecipiamo da protagonisti, con fierezza, alla prima festa nazionale del Dantedì, con i mezzi digitali che in questo periodo di isolamento fisico sono diventati strumenti fondamentali di legame tra tutti gli italiani». I mezzi digitali di cui parla
Schmidt hanno permesso di realizzare sul portale www.uffizi.it l’esposizione virtuale Non per foco ma per divin’arte. Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi: un viaggio attraverso undici tra dipinti, disegni e sculture, dal Quattrocento all’Ottocento. Come l’affresco di Andrea del Castagno raffigurante il Poeta e scene dalla Divina Commedia o La Selva oscura di Federico Zuccari del Cinquecento e l’Ingresso nell’Ade con Virgilio di Livio Mehus del secolo successivo. Ma anche i capolavori di Cimabue, Giotto, Botticelli e Pio Fedi. A fare da «guida» virtuale della mostra c’è un saggio su Dante e l’arte di Paolo Procaccioli dell’università della Tuscia di Viterbo che da sarà disponibile anche in inglese. Parte della visita è poi dedicata ai sotterranei di San Pier Scheraggio e quindi alla scoperta di una Firenze di primo Trecento: lì si riuniva il Consiglio del Popolo e anche Dante in qualità di consigliere. Si può ammirare un video dell’ assistente museale Novella Lapini che illustra i rapporti tra la chiesa romanica e Dante e quello dell’archeologo Fabrizio Paolucci che vestendo i panni di Virgilio scende negli scavi finora non visibili al pubblico per tornare ancora più indietro, fino al periodo romano. I video sono disponibili già da stamani sulla pagina Facebook degli Uffizi.
Anche le Opere di Santa Croce e di Santa Maria del Fiore si uniscono nel segno di Dante, promuovendo un appello per una «cultura condivisa come strumento per uscire dalla crisi» in preparazione delle le iniziative comuni legate al 700esimo anniversario della morte di Dante nel 2021. «La lezione di Dante e quella pacificazione dell’Italia, che nasce dalla condivisione della lingua e della cultura, saranno strumenti fondamentali per uscire dalla situazione gravissima di oggi» scrivono entrambe le istituzioni. L’obiettivo delle due Opere è promuovere una pacificazione definitiva tra Dante e Firenze.
❞ L’Opera di Santa Croce e del Duomo si uniscono e lanciano un appello alla cultura condivisa per una pacificazione tra il Poeta e Firenze