Il mare blu
Rapporto Arpat: il 97% delle acque è «eccellente»
Ancora pochi mesi (si spera). Poi, quasi seicento chilometri di coste balneabili, con acque pulite e servizi di livello saranno lì, pronte ad accogliere la vita che ripartirà dopo l’emergenza coronavirus. Quando tutto sarà passato, quando il caos sanitario troverà tregua, milioni di toscani e vacanzieri potranno giovare di un ambiente bello, sano, vivo. Nel rapporto stilato dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana relativo al 2019 è scritto chiaro e tondo: oltre il 99% dei chilometri di costa controllati (quasi il 97% delle aree classificate per la balneazione) è risultato avere una qualità «eccellente» delle acque.
Certo, restano alcune criticità, ma la stragrande maggioranza di mari e laghi toscani è emerge come pulitissima. E questo, se supportato a dovere da scelte politiche e imprenditoriali, potrà essere un volano formidabile per il rilancio economico in chiave turistica. Rispetto al triennio 14-17, in cui i chilometri di costa di qualità eccellente si fermavano a un già discreto 93%, l’incremento positivo è sensibile.
Certo non manca anche qualche tratto di costa dove le cose vanno migliorate sensibilmente. Anche perché non si tratta di una novità È il caso, ad esempio, di due stonature nel Livornese: peggiora l’area Accademia Sud, che passa da un livello eccellente a sufficiente. Un tratto di mare che, seppur cittadino, attira tradizionalmente decine di livornesi ogni giorno. Male pure l’acqua a ridosso di Rio Felciaio che dopo due anni d’inquadramento come sufficiente torna a essere valutata come scarsa.
Ma a far preoccupare resta soprattutto la situazione in provincia di Massa-Carrara, dove le criticità permangono. Sì, perché come evidenziato da Arpat, «durante la stagione balneare 2019 le condizioni meteo sono state abbastanza instabili, con abbondanti precipitazioni in tutto il periodo primaverile, ma con episodi anche intensi a carattere locale nei mesi più caldi di luglio e agosto. Di conseguenza — si legge nel documento — durante tutti questi episodi vi è stato un apporto di carichi inquinanti veicolati dai corsi d’acqua che sfociano lungo la costa toscana che ha messo in evidenza problematiche non risolte del sistema di collettamento e trattamento delle acque reflue».
Ecco dunque la causa dei divieti temporanei di balneazione rilevati tra aprile e maggio dello scorso anno a Carrara, Massa, Montignoso, Camaiore, Pietrasanta e Viareggio. Ma anche nel Pisano (Pisa, San Giuliano e Vecchiano) e Livornese (Livorno e Cecina). Coinvolti pure l’Elba (Marciana e Marciana Marina) e la Maremma meridionale, tra Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto e Orbetello.
A tinte chiaroscure la situazione in alcuni punti del basso Livornese: «A Torre Nuova tra San Vincenzo e Piombino e alla foce del Canale Solmine a Follonica — spiega ancora Arpat — non si è mai rilevato alcun caso di inquinamento, ma per motivi diversi (episodi di contaminazione recente) non si ritiene vi siano ancora le condizioni per una loro riapertura alla balneazione».
Molto bene i laghi balneabili, tra cui Renai, Bilancino, Braccini e Accesa. Ancora qualche mese di pazienza, poi 600 chilometri di acqua balneabile e pulita saranno lì, ad accogliere toscani e vacanzieri.
Cosa va e cosa no Monitorati oltre 600 km di costa: all’Accademia Sud la qualità è peggiorata. Promossi i bacini artificiali dei Renai e del Bilancino