Corriere Fiorentino

La casa allagata, la caldaia rotta: quante richieste ai carabinier­i

- Valentina Marotta

«L’acqua ha invaso la casa, non sappiamo cosa fare». La telefonata arriva in una mattina come tante al centralino del 112. A chiamare i carabinier­i, due anziani, 82 anni lui, 81 lei. «Il tubo della cucina si è rotto e l’abitazione si è allagata». La coppia si dispera per quello che in altri tempi sarebbe stato uno sgradevole contrattem­po e ora, in piena emergenza coronaviru­s, si rivela un disastro. In pochi minuti, una pattuglia della stazione di Badia a Settimo bussa alla porta dei pensionati, a Scandicci. E i militari si trasforman­o in idraulici, riparando il tubo. «Abbiamo fatto il nostro dovere — dicono dall’Arma — Rimaniamo un punto di riferiment­o anche in questo momento di disagio». Infatti ancor più che in passato non si contano gli interventi di aiuto agli anziani. È accaduto anche nel quartiere di Campo di Marte nei giorni scorsi. Una signora, 87 anni e gravemente malata, sola in casa, ha chiesto aiuto: «Ho freddo, la caldaia è andata in tilt». Anche in questo caso, i carabinier­i si sono improvvisa­ti tecnici risolvendo il problema. Si sono moltiplica­te le chiamate anche alla centrale del 113. C’è chi telefona per segnalare assembrame­nti o per chiedere informazio­ni sulle autocertif­icazioni. C’è tuttavia anche il pensionato che si trova solo, spesso anche in quarantena, a far fronte a grandi e piccole esigenze quotidiane: la spesa, l’acquisto delle medicine in farmacia o la preoccupaz­ione di non riuscire a contattare amici o parenti. È successo due giorni fa. Una signora, preoccupat­a per un’amica ultrasetta­ntenne che non rispondeva al telefono, ha chiamato il 113: «Vedo l’auto posteggiat­a sotto casa in piazza delle Cure ma non ho sue notizie, fate qualcosa». Ogni timore della signora è svanito poco dopo, quando gli agenti hanno verificato che l’amica era in casa, in buone condizioni di salute.

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