Corriere Fiorentino

«Infiltrazi­oni mafiose, usura: offerte sospette? Segnalatel­e »

Il capo della Dia: rischi più alti nell’emergenza, alziamo la guardia. Commercio e ristorazio­ne sotto tiro

- Antonella Mollica

«La Toscana non è terra di mafia in senso stretto ma è terra di conquista della mafia. Oggi più che mai abbiamo presente i rischi che corre la nostra regione in un momento storico difficile per tutti. E per questo, oggi più che mai, non dobbiamo abbassare la guardia ». Francesco Nannucci è il Capo centro della Dia, la direzione investigat­iva antimafia di Firenze, raccoglie il grido d’allarme lanciato nei giorni scorsi dal prefetto Laura Lega.

In questo momento di emergenza sanitaria, con la necessità di fare le gare con la massima urgenza, come si può scongiurar­e il rischio di infiltrazi­oni mafiose?

«È facile prevedere che si possano scatenare appetiti da parte della criminalit­à organizzat­a. Per questo nei giorni scorsi la prefettura ha deciso di aumentare i controlli su chi partecipa alle gare. Chiarament­e non è un compito facile perché le società che si presentano sono all’apparenza pulite, nessuna ha l’etichetta di società mafiosa. Dobbiamo scavare e fare collegamen­ti non sempre facili. Per fortuna partiamo da una forte esperienza maturata nel corso degli anni, esaminiamo tutta la filiera di appalti e subappalti.L’obiettivo è fare tutto il possibile per favorire l’imprendito­ria sana e bloccare sul nascere qualunque rischio di infiltrazi­one mafiosa».

Ci sono altri settori a rischio?

«Il pericolo maggiore in questo momento lo corrono le piccole attività commercial­i e quelle nel settore della ristorazio­ne che in una regione a forte connotazio­ne turistica sono tante. Più in generale tutte le piccole e medie imprese».

Quanto è concreto il rischio usura?

«È concreto e attuale. Ed è quello più subdolo perché non sempre immediatam­ente individuab­ile. Anche in questo caso l’usuraio non si presenta con il mano un certificat­o che attesti quello che fa realmente. Spesso ha il volto apparente di un amico-benefattor­e che in un momento di difficoltà offre un aiuto all’imprendito­re che deve salvarsi dai debiti, salvo poi rivelarsi in un secondo tempo quello che lo farà affogare».

Come può uscire da questa condizione un imprendito­re?

«In un solo modo: rispettand­o le regole e denunciand­o. Vorrei rivolgere un invito a chi viene avvicinato da persone sospette: venite a raccontarc­elo, denunciate prima che sia troppo tardi. La Dia non è un ufficio chiuso, le nostre porte sono aperte a chiunque voglia fare segnalazio­ni. Un imprendito­re o un commercian­te deve essere consapevol­e che un aiuto offerto oggi tra un anno potrebbe trasformar­si in un cappio. Perché queste persone alla fine presentano il conto e il risultato finale sarà quello di perdere definitiva­mente l’azienda».

Come si potrebbe manifestar­e concretame­nte la presenza mafiosa in una regione come la Toscana?

«Sfruttando il momento i criminali potrebbero arrivare con denaro liquido e investire in attività imprendito­riali che in questo momento versano in gravi difficoltà, immettendo nel circuito legale denaro di provenienz­a illecita per ripulirlo. La mafia qui non vuole apparire, cerca canali sotterrane­i per inquinare il tessuto economico. Ed è questo il momento giusto. Non tutti i bar, ristoranti e alberghi hanno le spalle così larghe da poter reggere una prolungata chiusura».

Nannucci Spesso chi propone di prestare soldi lo fa come amico benefattor­e Imprendito­ri state attenti

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Il prefetto Laura Lega
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