«Infiltrazioni mafiose, usura: offerte sospette? Segnalatele »
Il capo della Dia: rischi più alti nell’emergenza, alziamo la guardia. Commercio e ristorazione sotto tiro
«La Toscana non è terra di mafia in senso stretto ma è terra di conquista della mafia. Oggi più che mai abbiamo presente i rischi che corre la nostra regione in un momento storico difficile per tutti. E per questo, oggi più che mai, non dobbiamo abbassare la guardia ». Francesco Nannucci è il Capo centro della Dia, la direzione investigativa antimafia di Firenze, raccoglie il grido d’allarme lanciato nei giorni scorsi dal prefetto Laura Lega.
In questo momento di emergenza sanitaria, con la necessità di fare le gare con la massima urgenza, come si può scongiurare il rischio di infiltrazioni mafiose?
«È facile prevedere che si possano scatenare appetiti da parte della criminalità organizzata. Per questo nei giorni scorsi la prefettura ha deciso di aumentare i controlli su chi partecipa alle gare. Chiaramente non è un compito facile perché le società che si presentano sono all’apparenza pulite, nessuna ha l’etichetta di società mafiosa. Dobbiamo scavare e fare collegamenti non sempre facili. Per fortuna partiamo da una forte esperienza maturata nel corso degli anni, esaminiamo tutta la filiera di appalti e subappalti.L’obiettivo è fare tutto il possibile per favorire l’imprenditoria sana e bloccare sul nascere qualunque rischio di infiltrazione mafiosa».
Ci sono altri settori a rischio?
«Il pericolo maggiore in questo momento lo corrono le piccole attività commerciali e quelle nel settore della ristorazione che in una regione a forte connotazione turistica sono tante. Più in generale tutte le piccole e medie imprese».
Quanto è concreto il rischio usura?
«È concreto e attuale. Ed è quello più subdolo perché non sempre immediatamente individuabile. Anche in questo caso l’usuraio non si presenta con il mano un certificato che attesti quello che fa realmente. Spesso ha il volto apparente di un amico-benefattore che in un momento di difficoltà offre un aiuto all’imprenditore che deve salvarsi dai debiti, salvo poi rivelarsi in un secondo tempo quello che lo farà affogare».
Come può uscire da questa condizione un imprenditore?
«In un solo modo: rispettando le regole e denunciando. Vorrei rivolgere un invito a chi viene avvicinato da persone sospette: venite a raccontarcelo, denunciate prima che sia troppo tardi. La Dia non è un ufficio chiuso, le nostre porte sono aperte a chiunque voglia fare segnalazioni. Un imprenditore o un commerciante deve essere consapevole che un aiuto offerto oggi tra un anno potrebbe trasformarsi in un cappio. Perché queste persone alla fine presentano il conto e il risultato finale sarà quello di perdere definitivamente l’azienda».
Come si potrebbe manifestare concretamente la presenza mafiosa in una regione come la Toscana?
«Sfruttando il momento i criminali potrebbero arrivare con denaro liquido e investire in attività imprenditoriali che in questo momento versano in gravi difficoltà, immettendo nel circuito legale denaro di provenienza illecita per ripulirlo. La mafia qui non vuole apparire, cerca canali sotterranei per inquinare il tessuto economico. Ed è questo il momento giusto. Non tutti i bar, ristoranti e alberghi hanno le spalle così larghe da poter reggere una prolungata chiusura».
Nannucci Spesso chi propone di prestare soldi lo fa come amico benefattore Imprenditori state attenti