Corriere Fiorentino

Via a singhiozzo per i medici a casa «Prima vogliamo le protezioni»

Il servizio è partito a Pistoia e Montecatin­i. Forse oggi a Firenze

- Giulio Gori Matteo Lignelli

❞ Nastruzzi (Fimmg) In questa emergenza siamo trattati come carne da macello Vogliamo sicurezza

Il medico di famiglia chiama, la squadra di un dottore e di un infermiere sale in auto e va a domicilio a fare il tampone, con tute bianche, visiere trasparent­i, guanti, mascherine. È una delle prime tre Usca (unità speciali di continuità assistenzi­ali) entrate in funzione ieri mattina nell’Asl Toscana Centro. A Pistoia e a Montecatin­i Terme. È la risposta, voluta dalla Regione, alle proteste dei medici di famiglia per la carenza di protezioni per le visite ai pazienti a casa. Alessio Nastruzzi, segretario regionale del principale sindacato dei medici di famiglia, Fimmg, ieri ha mandato un monito chiaro alle Asl e alla Regione: «Fimmg ritiene che, in assenza di adeguati dispositiv­i di protezione individual­e (mascherina Ffp2/ Ffp3, tuta integrale monouso, camice monouso, soprascarp­e, guanti monouso, occhiali a maschera o con protezione laterale), i medici di famiglia, le guardie mediche e i medici Usca non dovranno effettuare visite a cittadini Covid 19 positivi o sospetti di esserlo, come anche indicato dall’ordinanza 20 del 2020 della Regione Toscana».

«In questa emergenza noi medici di famiglia siamo stati trattati come carne da macello — spiega Nastruzzi — Non abbiamo mascherine Ffp2, quelle che la stessa Regione ha definito necessarie di fronte ai casi conclamati o sospetti di Covid. Abbiamo solo le Tnt (tessuto non tessuto, ndr), che per difendersi dal coronaviru­s sono inutili. Io ho fatto visite a domicilio persino con in testa il casco della moto». Quanto alle unità mobili, aggiunge Nastruzzi, «per quel che so, dovrebbero tutte partire con i dispositiv­i di protezione giusti, ma meglio mettere le mani avanti».

Le unità mobili partono alla spicciolat­a, lunedì è iniziata formazione degli operatori, poi l’allestimen­to delle centrali: non serve molto, un telefono, un pc, una stampante, scatoloni con i dispositiv­i di protezione, attrezzi del mestiere come termometri elettronic­i, misuratori di pressione e saturimetr­i, oltre all’auto. E l’amuchina per disinfetta­re. A Pistoia, alla centrale di via della Quiete, un medico si lascia scappare che uno degli strumenti più utili, per la diagnosi, è la vecchia anamnesi: «La riduzione dell’olfatto e del gusto è l’indicazion­e più specifica del Covid. Quando un paziente la manifesta, i medici di famiglia ci chiamano». Daniele Mannelli, responsabi­le delle Usca per l’Asl Centro, spiega che a giorni sarà indetto un nuovo bando per medici, compresi i neolaureat­i, per coprire i posti necessari nelle unità mobili: «Entro questo fine settimana saranno attive in 26, ma vogliamo arrivare presto a 45, per coprire tutte le aggregazio­ni funzionali territoria­li».

Ieri, nella centrale fiorentina di via Giampaolo Orsini sono arrivati gli scatoloni con le mascherine. A Firenze da stamani si parte con i tamponi.

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I medici della prima unità mobile attivata da ieri a Pistoia in partenza verso il domicilio di un paziente sospetto

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