Schmidt sperimenta l’algoritmo: gli Uffizi a orario personalizzato
Ogni visitatore avrà 15 minuti per entrare. Il salvacode manterrà le giuste distanze
Gli Uffizi hanno impiegato bene questo tempo di attesa, di quarantena, isolamento, di musei chiusi. Invece di attendere, si sono preparati al dopo. E così proprio nei giorni di massima esplosione dell’epidemia del coronavirus il principale museo italiano ha testato sul campo l’algoritmo saltacode che da un anno e mezzo sta sperimentando con l’Università dell’Aquila, per permettere — quando la vita ricomincerà e le città e i musei riapriranno al pubblico — una fruizione più intelligente e organizzata.
Lo ha raccontato il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, in diretta a Corriere.it annunciando anche che agli Uffizi non sono stati riscontrati casi di contagio e sottolineando come «i fiorentini stanno rispondendo bene alle prescrizioni per l’isolamento».
Questo nuovo algoritmo non è stato pensato «per» la quarantena, perché lo studio è partito prima: la sperimentazione è durata un anno e mezzo. Ma potrà servire nella fase intermedia, quella che intercorrerà tra l’attuale chiusura e una futura sperata pronta riapertura totale. In questa fase intermedia – specifica il direttore – se come è presumibile saranno predisposte regole per gli ingressi contingentati, proprio questo strumento servirà a usufruire del museo in piena sicurezza e alla giusta “distanza sociale”. Ai tecnici del museo basterà un anticipo di 24 ore per programmare il computer di modo che possa stabilire tempi e modi precisi di accesso, nel rispetto delle regole in vigore sulle distanze
Accanto l’interno delle Gallerie degli Uffizi senza turisti, sotto il direttore Eike Schmidt e la Sala Botticelli di sicurezza da tenere tra le persone. «Ci abbiamo lavorato nel momento peggiore dell’epidemia e ora siamo pronti per usarlo nell’accesso quotidiano, quando potremo riaprire» racconta Schmidt. «Questo algoritmo salta-code renderà possibile l’ingresso di un numero maggiore di visitatori in senso assoluto ma minore relativamente a un determinato arco temporale». Ogni visitatore avrà una finestra di 15 minuti entro cui presentarsi. Evitando quindi le code «problema atavico che ci portiamo dietro da anni», ricorda, ma che ora in tempo di contagi facili si è fatto ancora più pressante. «Con la gestione informatica degli ingressi siamo in grado di assicurare un accesso più organizzato, così se sai a che ora devi entrare — ipotizza — tu turista puoi organizzarti il tempo e magari andare a visitare un altro museo nel frattempo, o andare a pranzo». Il «grande vantaggio» di questa innovazione è che «basta cambiare una variabile dell’algoritmo e possiamo gestire l’affluenza anche in presenza di una social distancing estrema: ci bastano 24 ore per cambiare i parametri».
Questa situazione di stallo rappresenta per Schmidt anche l’occasione per un «ripensamento del modello turistico generale». L’obiettivo, suo e di tutto il comparto economico che agisce sulla cultura e i musei specialmente in una città come Firenze, è il contrasto al turismo mordi e fuggi, considerato il principale avversario da sconfiggere in un’ottica di sviluppo sostenibile e intelligente del settore. Immagina «una gestione più ecologica e micro-economica, contro quella macro-economica, dei musei. Una fruizione più approfondita, più lenta». Da un anno «proponiamo un modello di slow-tourism attraverso sconti e fasce stagionali» e le innovazioni presentate ora rappresentano una continuazione di questo lavoro. «Il modello a cui penso — aggiunge — è quello della biblioteca: così come si leggono i libri, e in biblioteca si torna più e più volte per studiarli meglio, lo stesso dovrebbe accadere per le opere d’arte».
Insomma «curiosità, amore, pazienza» invece che «fretta», modalità del «turismo spazzatura degli ultimi anni che non vorremmo più vedere né in un museo, né a Firenze, né in altre città d’arte».
Un altro turismo Il mordi e fuggi va sconfitto in un’ottica di sviluppo sostenibile del settore. Penso a una fruizione lenta, il modello sono le biblioteche