Tavolini fuori dai locali ma non oltre mezzanotte
Le prime risposte del Comune sul piano. In arrivo un giro di vite contro gli aperitivi sui sagrati
Il Comune va avanti sul «piano tavolini», con ancora molti problemi da risolvere e tre certezze: niente ombrelloni, orari solo serali per gli spazi per i ristoratori. Ma soprattutto si partirà solo dal primo giugno.
Il «piano tavolini» non partirà prima del primo giugno. Palazzo Vecchio sta lavorando a risolvere i tanti problemi pratici (parcheggi, sicurezza stradale, compatibilità con i residenti) e scelte che passano anche da Roma e dalla Regione. Il primo giugno è uno dei tre punti fermi, ad oggi, del piano, anche se ci sono ancora molte scelte al vaglio dei tecnici, in vista della proposta che il sindaco Dario Nardella e l’assessore allo Sviluppo economico Federico Gianassi faranno alle categorie. I punti fermi sono: niente nuovi dehors, solo sedie e tavolini, senza ombrelloni; gli orari: il Comune li definisce «equilibrati», ma trapela che i tavolini ci saranno solo la sera fino alle 23 massimo mezzanotte; i tempi: i tavolini in più non arriveranno prima del primo giugno. Chi ha i dehors, se il governo deciderà di anticipare la data di ripartenza della ristorazione, potrà ovviamente aprire (con adeguate misure di sicurezza). Arrivano così, le prime risposte alle 5 domande poste dal Corriere Fiorentino all’amministrazione comunale sulla ripartenza di locali e ristoranti.
Nessuno dubbio da parte del Comune: né nuovi dehors né ombrelloni. Il «piano tavolini è una misura eccezionale, per un tempo limitato, da applicare rapidamente e meno impattante possibile. Il Comune si sta orientando esclusivamente per l’uso di sedie e tavolini mobili e non di altre strutture». Tra limiti di sicurezza stradale e strade strette (non solo in centro) è ovvio che ci saranno molti esclusi. Da Palazzo Vecchio si fa notare però che «già oggi in base al regolamento vigente ci sono locali che dispongono di suolo pubblico e altri no» ma non ci sarà «una preventiva preclusione per le attività che non abbiano oggi utilizzo di sedie e tavolini, così come non vi è una automatica ulteriore disponibilità per chi già ne abbia». Ci saranno «requisiti oggettivi» da rispettare. Sostegni a chi non li avrà? Si vedrà più avanti.
Ma l’arrivo dei tavolini non rischia di «affollare» alcune zone che già «riempite» dopo il via libera all’asporto di cibi e bevande? «Il divieto di consumo vale non solo dentro al locale, ma anche fuori davanti allo stesso proprio per evitare il raduno di persone» rispondono da Palazzo Vecchio. Si dovranno fare controlli: le prime avvisaglie in Santo Spirito e Sant’Ambrogio (dove usare gli scalini delle basiliche per mangiare e bere sarebbe vietato) non lasciano ben sperare. A breve partiranno i pattugliamenti dei vigili.
La qualità e quantità dei tavolini (e quindi la reale convenienza per i locali a riaprire) passa dal conflitto degli spazi con i posti auto. Qui il Comune dà solo indicazioni generali, nel piano sarà «definita la modalità di utilizzo, in quali quartieri, in quali giorni, in quali orari e per quanti mesi» e oltre che alla sicurezza «nel rispetto dei diritti dei residenti e degli spazi pubblici e in condizioni di sicurezza sulle strade» spiegano gli uffici di Palazzo Vecchio. Il controllo sugli orari spetterà ai vigili.
Tante incognite È tutto da definire dove e come potranno essere occupate piazze e strade, e per quanto