Corriere Fiorentino

Positivi al test, ma senza certificat­o Rivolta nella grande distribuzi­one

La Cgil: molti lavoratori per non rimetterci si rifiutano di farli. Direttiva dei medici: noi non possiamo

- Giulio Gori

Lavoratori positivi ai test sierologic­i per il coronaviru­s che restano senza retribuzio­ne perché i medici non possono fare il certificat­o medico di malattia fino all’esecuzione dei tamponi di riscontro. Il problema, sollevato nei giorni scorsi dai medici di famiglia del sindacato Fimmg e anticipato dal Corriere Fiorentino, ora diventa realtà.

A spiegarlo è Massimilia­no Bianchi di Filcams Cgil che rivela il caso di molti dipendenti della grande distribuzi­one alimentare risultati positivi al test: «Dai numeri in nostro possesso, il 2 per cento dei dipendenti dei supermerca­ti che sono stati testati è risultato positivo. Ci sono realtà con 100 lavoratori in cui sono tutti negativi. Ma ce ne sono altre, come una nell’hinterland fiorentino, in cui su 30 dipendenti 7 sono positivi. Qualche caso ce l’abbiamo anche in città. La Regione dice che devono stare a casa in quarantena fiduciaria in attesa del riscontro del tampone. Ma visto che, senza tampone, non possono avere il certificat­o medico di malattia, il risultato è che perdono giorni di lavoro senza essere pagati».

Ma il peggio, aggiunge Bianchi, è che «ora molti addetti dei supermerca­ti che avrebbero dovuto fare il test mi stanno dicendo che non vogliono più farlo». «Credo che questi test sierologic­i siano una scelta giusta — aggiunge Bianchi — Ma se è la stessa Regione a invitare alcune categorie profession­ali a fare l’esame deve anche prendersi la responsabi­lità di dire che i test non valgono nulla o al contrario creare una copertura normativa per far sì che i lavoratori siano tutelati e che non debbano rimettere soldi di tasca propria. La politica deve chiarire questo punto, senza scaricare su lavoratric­i e lavoratori le pecche della burocrazia».

Da parte loro, il governator­e Enrico Rossi e l’assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi hanno spiegato che un provvedime­nto che obblighi l’Inps a pagare la malattia a chi è positivo al test sierologic­o dovrebbe essere preso a livello nazionale e che la Toscana sta facendo pressione in tal senso sul governo. Nel frattempo, la Regione cerca di mettere a punto un sistema che consenta di eseguire il tampone entro 24 ore dalla prenotazio­ne al numero verde 800-556060 come ribadito ieri dall’assessore Saccardi. Così intanto, nella migliore delle ipotesi, il responso arriva non prima delle 48 ore. Ma per Cgil non può bastare, serve un intervento immediato della Regione per sanare la falla.

Ieri, il tema è tornato d’attualità anche tra i medici di famiglia di Fimmg. In un vademecum circolato tra gli associati si legge: «In ogni caso in cui il test sierologic­o risulterà positivo la persona si metterà in isolamento domiciliar­e fiduciario e noi NON (scritto maiuscolo, ndr) dovremo fare alcuna certificaz­ione di malattia né tanto meno di quarantena. Alla persona sarà fornito da parte di chi fa il test il numero verde per accedere all’esecuzione rapida del tampone attraverso il metodo drive through (quello eseguito sulle auto su appuntamen­to, ndr)».

Inoltre, si legge nel testo, la nuova procedura con cui sarebbe il medico stesso a prenotare online il tampone per il proprio assistito «non è ancora stata pienamente messa a regime». Dovrebbe partire entro questo fine settimana.

La Regione «Serve l’intervento di Roma, noi possiamo solo cercare di fare i tamponi in 24 ore»

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Un lavoratore si sottopone al test sierologic­o al Prosperius
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