Corriere Fiorentino

Default vicino? Cosa rischia Firenze E Nardella tiene chiusi i musei civici

I servizi a rischio. Nardella: in forse anche gli stipendi. A Palazzo Vecchio mancano 200 milioni

- Marzio Fatucchi

Il sindaco di Firenze Dario Nardella dice che sono a rischio anche gli stipendi dei dipendenti comunali. Il rosso nelle casse di Palazzo Vecchio potrebbe portare a tagli ai servizi e a mettere una retta anche per le scuole materne. Il primo passo, intanto, è non riaprire i musei civici: «Non abbiamo i soldi per farlo».

Prima ha perso il bancomat, ora il Comune di Firenze rischia di vedersi chiudere il conto corrente. Il bilancio di Palazzo Vecchio è in crisi, il sindaco Dario Nardella in un’intervista al Corriere.it dice addirittur­a di non avere tra qualche mese la liquidità per pagare gli stipendi dei 4.100 dipendenti comunali, ipotizza una retta anche per le materne, annuncia che lunedì non riaprirà i musei civici perché non ci sono i soldi per farlo, rilancia l’idea di spegnere l’illuminazi­one. Un risparmio esiguo in realtà, quest’ultimo, circa 4 milioni di euro se si restasse davvero tutti al buio. Più una provocazio­ne, ripresa ieri da Cna e Confartigi­anato — le cui imprese sono allo stremo — che chiede ai fiorentini di «spegnere tutto» come segnale per il governo.

Negli ultimi 10 anni, Firenze ha goduto di un’inarrestab­ile ascesa del turismo: dai 22 milioni del 2014 si è arrivati ai quasi 50 milioni di tassa di soggiorno previsti per il 2020. Uniti alle altre risorse derivanti dai flussi turistici (ticket per i bus, ingressi nei musei) si arriva a circa 80 milioni di euro di introiti, sempre in aumento. Il coronaviru­s ha fatto sparire tutto. E pure le multe: la metà, nel 2020 erano previste

❞ Il sindaco Se non ci danno una mano dovremo pensare a una retta minima per le scuole materne

per 68 milioni, venivano fatte a turiste e non a fiorentini. Se si tolgono anche Cosap (che il governo vorrebbe cancellare tutto l’anno), canone sulla pubblicità, il rischio di alta morosità Tari (che comunque il Comune vuole tagliare per 15 milioni alle attività produttive), i mancati incassi da rette e mense per i nido, si arriva vicino a quei 200 milioni in meno di cui parla Nardella. La cifra spaventa, le sue ripercussi­oni di più: le spese incomprimi­bili (personale, gestione degli uffici ecc.) sono circa la metà dei 699 milioni del bilancio di previsione; mentre le spese comprimibi­li sono soprattutt­o quelle date in appalto, così i primi a poter essere tagliati sono i servizi. I primi a saltare sono i musei civici: «Aprirli costerebbe da qui alla fine dell’anno 1,5 milioni di euro», dicono Nardella e l’assessore Tommaso Sacchi, un costo soprattutt­o per il servizio reso dall’associazio­ne partecipat­a dal Comune, Mus.E. Non sono solo i biglietti a mancare: «Manca la tassa di soggiorno» dice Sacchi.

Succederà lo stesso anche per servizi sociali, asili e materne? Per quest’ultime, Nardella ipotizza una retta. I servizi degli asili sono coperti dalle rette già al 50% del costo: ma sono servizi con grande utilizzo di appalti esterni. «Ci sono almeno mille persone, tra sociale, istruzione, asili e anziani che lavorano in appalto — dice Jacopo Geirola della Cgil Fp — siamo preoccupat­issimi. Proprio ora che, a partire dai servizi per l’infanzia, servirebbe personale in più». Ma se non ci saranno importanti interventi statali, ci sarà quindi il rischio di tagli ai servizi? «È del tutto evidente che se l’intervento del governo non rispondess­e alle esigenze sollevate dai sindaci, in presenza di minori risorse non vi è alternativ­a a ridurre i servizi» dice l’assessore al Bilancio Federico Gianassi. È il messaggio di Nardella al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: più risorse per i Comuni (e risorse specifiche per i Comuni turistici come Firenze), o spegniamo la luce. Lo scenario più buio è il default richiamato da Nardella. Il Comune che non è più in grado di rispettare i propri debiti chiede il dissesto, un commissari­o affianca la giunta, portando al massimo tasse e tariffe, vendendo partecipaz­ioni mobiliari e immobili, palazzi.

«Usiamo gli 80 milioni destinati alle altre linee della tramvia fiorentini per reinvestir­li nella città di Firenze messa in ginocchio dall’assenza di turisti» dice il consiglier­e regionale di FdI Paolo Marcheschi. «Non bastano le provocazio­ni di spegnere la luce per risolvere i problemi: Nardella spieghi in Consiglio comunale i conti veri, quei 200 milioni di “rosso” non ci tornano» attacca Jacopo Cellai di Forza Italia.

❞ Cellai (FI) Nardella spieghi in Consiglio i conti veri, quei 200 milioni di rosso non ci tornano

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Il sindaco Dario Nardella
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Il sindaco Dario Nardella

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