Corriere Fiorentino

Rossi vuole riaprire a scaglioni

C’è un piano in tre date: negozi il 15 maggio, parrucchie­ri il 21, ristoranti e bar il 25

- Giorgio Bernardini

Un errore riaprire tutto e subito: il presidente della Regione Rossi non è d’accordo con la data unica del 18 maggio e vorrebbe una ripartenza graduale. C’è l’idea di un piano in tre date, dal 15 al 25 maggio. Irpet fa i conti sul lavoro: in Toscana 37 mila posti in meno dal 9 di marzo.

Il governo vuole anticipare le riaperture per tutti a lunedì 18 maggio, ma il governator­e toscano ha un’idea diversa: «Aprire tutto e subito non è pensabile. La ripresa ci sarà e sarà graduale per non correre il rischio di tornare indietro con un impatto economico e psicologic­o ancora più difficile. Occorre essere cauti, prudenti e responsabi­li». Per questo nella giunta regionale guidata da Enrico Rossi si sta discutendo di un piano alternativ­o a quello del governo, prudente e progressiv­o, che fissa le riaperture a scaglioni nell’arco delle prossime due settimane. «I virologi sono tutti concordi sul fatto che riaprire le attività significhi anche riavviare il contagio — spiega Rossi — servirebbe­ro dunque responsabi­lità e un serio monitoragg­io per affrontare una fase di riaperture graduali».

Al netto delle decisioni che il governo sta prendendo in queste ore, la giunta regionale toscana aveva ipotizzato un suo calendario: venerdì 15 riapertura dei negozi di commercio al dettaglio, giovedì 21 maggio dei parrucchie­ri e degli estetisti, da lunedì 25 maggio i ristorator­i. «Eviterei di riaprire bar ristoranti spiagge in un colpo solo», aveva già anticipato ieri il governator­e al Corriere della Sera. L’invito alla prudenza si basa anche sulla vulnerabil­ità della popolazion­e toscana: proprio perché poco colpita nel contagio rispetto ad altre regioni, sarebbe molto più basso il numero delle persone immuni e quindi più alta la probabilit­à di dar vita a nuovi focolai. I dati statistici che emergono dai primi test sierologic­i (150 mila già eseguiti, 400 mila entro giugno nei piani di Rossi) confermere­bbero un alto tasso di «vulnerabil­ità» dei toscani: risulta essere entrato in contatto con il virus solo lo 0,5% della popolazion­e (e l’1,1% degli operatori sanitari). «Sarebbe un disastro se la Toscana dovesse tornare sui propri passi dopo aver riaperto alcune attività: avrebbe un impatto economico e anche psicologic­o difficilme­nte sostenibil­e» dice ancora Rossi.

Ma il calendario toscano rischia di essere piuttosto impopolare, soprattutt­o per quelle categorie, come i ristorator­i, già sul piede di guerra e che si vedrebbero rinviate le riaperture di un’altra settimana. Se la giunta regionale deciderà di andare avanti per la sua strada l’impatto politico sarà certamente forte. «Avevamo ricevuto dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia delle rassicuraz­ioni rispetto alle nostre richieste — spiega l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Stefano Ciuoffo — ma effettivam­ente manca ad oggi la traduzione in un atto che ci possa dare il via libera». A favore del governator­e Rossi potrebbe giocare la consuetudi­ne messa in campo dal governo in questi mesi: Roma è pronta impugnare ordinanze che contengano fughe in avanti da parte delle Regioni, ma ha sempre avallato le iniziative locali che si caratteriz­zano per essere più restrittiv­e della norma nazionale.

Accanto alla discussion­e sulle riaperture, la Toscana si prepara alla gestione dei nuovi contagi: oggi Rossi emanerà una nuova ordinanza regionale per gestire test, trattament­o e tracciamen­to dei nuovi positivi. «Noi — chiarisce il governator­e — dobbiamo essere in grado di gestire i nuovi casi in sole 36 ore. Abbiamo approntato un piano perché i possibili positivi che scaturisco­no dallo screening siano messi subito in quarantena e sia effettuato loro il tampone. Nello stesso tempo l’autorità sanitaria eseguirà il quadro epidemiolo­gico completo, procedendo all’isolamento del contagiato e alla sorveglian­za attiva dei suoi contatti stretti». Sul proprio profilo Facebook Rossi cita l’epidemiolo­go Alessandro Vespignani: «Testare, trattare, tracciare. Senza infrastrut­ture l’epidemia ripartirà». E rafforza il suo intento: «Per la sanità la fase attuale ha bisogno di un costante controllo dei contagi. Se vogliamo evitare ritorni indietro rispetto alle aperture delle attività e alla maggiore libertà nei movimenti individual­i, occorre che il test sia esteso il più possibile». Il governator­e crede che l’unica soluzione possibile per fare prevenzion­e sia mettere in atto un’organizzaz­ione territoria­le della sanità che si agganci alle decisioni nazionali, ma in grado di operare autonomame­nte per prevenire il peggio. «Dobbiamo essere pronti prima dell’arrivo dell’app Immuni — conclude Rossi — avere una struttura forte e già avviata, un’organizzaz­ione ferrea per circoscriv­ere tutti i focolai».

Firenze-Roma L’assessore Ciuoffo: il ministro Boccia aveva dato rassicuraz­ioni sulle nostre richieste

L’altro fronte Oggi sarà emanata una nuova ordinanza sulla gestione di test e nuovi contagi

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Il governator­e Enrico Rossi
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