Le proteste con l’inno e il Tricolore
Gli ambulanti all’Isolotto, trecento ristoratori in piazza Signoria: «Mantenete le promesse»
Due iniziative per chiedere un aiuto «che non è ancora arrivato». Protagonisti dei due momenti, in due diversi posti di Firenze, gli ambulanti aderenti ad Assoidea, che ieri mattina erano all’Isolotto, e i ristoratori, che invece hanno fatto un minicorteo in centro.
Due iniziative per chiedere un aiuto «che non è ancora arrivato». Protagonisti dei due momenti, in due diversi posti di Firenze, gli aderenti ad Assoidea, che ieri mattina erano all’Isolotto, e i ristoratori, che invece hanno fatto un minicorteo in centro. Entrambe le iniziative sono state seguite dalla Digos. Ieri mattina, verso le 10, all’Isolotto una cinquantina di commercianti hanno chiesto regole chiare e certe per la riapertura dei mercati ambulanti con un flashmob terminato con uno striscione srotolato in piazza: 50 metri di tricolore. «Pronti a riaprire e farlo in sicurezza. È più sicuro fare degli acquisti così che nelle catene dei grandi centri commerciali che sono al chiuso», spiega Alessio Pestelli, presidente di Assidea.
In centro è il ristoratore Pasquale Naccari a guidare cuochi, camerieri, e titolari in una passeggiata dal Duomo fino a piazza della Signoria: oltre 300, per la polizia, le persone presenti. Tutti a braccia aperte, per mantenere la distanza, e cantando l’inno di Mameli, gli aderenti ai Ristoratori toscani hanno portato anche alcuni striscioni con scritto «Comune, Regione, Governo, basta chiacchiere adesso i fatti», e «dipendenti = nostra famiglia». I manifestanti non hanno voluto incontrare rappresentati delle istituzioni e politici. «Siamo stanchi delle promesse — dice Pasquale Naccari, presidente del ristoratori — stanno giocando con la nostra esasperazione ma l’equilibrio sta per finire. Abbiamo presentato le nostre richieste l’8 marzo. Dal 2 giugno non accetteremo più nulla».
«Ci stanno chiedendo di riaprire ma non abbiamo regole chiare su come farlo — sottolineano altri ristoratori -. Manca una linea guida e abbiamo sulle spalle il peso del fisco, delle bollette da pagare, degli affitti. I nostri dipendenti aspettano la cassa integrazione da due mesi». La Regione pensa di far slittare l’apertura il 25 maggio e se passeranno le linee guida Inail, i tavolo saranno distanziati di 4 metri. «Noi vogliamo le linea guida, non importa se slitta la riapertura. Distanziamenti di 4 metri? Ci sono molte che così chiuderanno».
Regole «Vogliamo le linee guida, con la distanza di quattro metri molti di noi chiuderanno»