Corriere Fiorentino

«Non ce la facciamo con i tavoli distanti due metri»

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Dal 30 aprile Ditta Artigianal­e ha rialzato il bandone e riacceso la macchina del caffè per offrire il servizio d’asporto e delivery. «L’unica cosa positiva della riapertura è vedere la gioia delle persone quando bevono il primo espresso dopo settimane» racconta il titolare, Francesco Sanapo. In vista della riapertura, dal 18 maggio, «c’è tanta confusione, il rischio è di aprire, ma zoppi».

Ditta Artigianal­e ha sanificato tutti gli ambienti, si è fornita di mascherine, guanti, detergenti per le mani, si è attrezzata con bicchieri di carta completame­nte riciclabil­i,. Sulle regole che si dovranno rispettare dalla settimana prossima, «se la distanza da mantenere tra i tavoli fosse un metro, la riduzione non sarebbe drastica, ce la potremmo fare. Ma se fosse due metri, no. Addirittur­a parlavano di quattro metri...». Sanapo spera non diventino obbligator­i gli schermi in plexiglass: «Non è il modo di vivere il bar, toglierebb­ero l’entusiasmo sia di bere il caffè sia di fare questo lavoro». Oltretutto costituire­bbero un investimen­to che ora non tutti i locali possono permetters­i:«Un bar di 70 metri quadri dovrebbe spendere circa 2000 euro, una cifra che oggi non può essere spesa per riaprire». Dei 30 dipendenti, «non tutti potrò riconferma­rli» afferma. Il 50% del lavoro è stato perso con la riduzione del turismo, un altro 30% di calo «lo avremo con l’applicazio­ne delle regole anti contagio». È rimasto il 20% del lavoro di prima, e «da questo 20% bisogna ripartire». Adesso «siamo aperti non per business, ma per sentirci vivi e per dare la possibilit­à ai clienti di bere un espresso». Intanto ha riaperto dopo lo stop il cantiere de La Scuola del caffè, l’accademia internazio­nale con caffetteri­a di Ditta Artigianal­e che avrebbe dovuto inaugurare in via Carducci a giugno.

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