Corriere Fiorentino

«Ci saremo Per dovere sociale non per business»

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«Riapriremo. Ma più per un dovere sociale e morale, non per un’iniziativa imprendito­riale» afferma Marco Baldesi, titolare insieme a Martina Baldesi e Stefano Sebastiani, del ristorante Il Santo Bevitore. «La situazione però è drammatica, mancano pochi giorni al 18 maggio e non abbiamo ancora indicazion­i precise, non sappiamo quali regole dovremo rispettare: sembra quasi che non vogliano metterci in condizioni di riaprire. Noi non potremo fare diversamen­te che provarci, ma è più un atto di coraggio e di solidariet­à».

Il ristorante dell’Oltrarno ha inaugurato ad aprile un servizio di consegna a domicilio dei piatti, ribattezza­to «Santo subito», per la voglia di rimettere in moto l’attività. E ora pensa a riaccoglie­re il pubblico. Ma come? Quanto dovranno essere distanziat­i i tavoli? I divisori in plexiglass serviranno o no? «Il nostro locale è grande ma il distanziam­ento sociale peserà comunque, e non abbiamo spazi esterni. Non sappiamo se potremo mettere i tavolini fuori: se ce li fanno mettere sul marciapied­e c’è spazio, ma se serve uno spazio pedonalizz­ato, no». Per i primi tempi dopo la riapertura «non ci aspettiamo grandi numeri», ma «ci proviamo lo stesso, soprattutt­o per i dipendenti che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazio­ne». Nel ristorante lavorano 45 persone, l’idea è di farle lavorare tutte a rotazione, «mantenendo un principio di solidariet­à, salvaguard­ando le competenze ma organizzan­do una turnazione». Sarà mantenuto anche il servizio di consegna a domicilio, che si aggiungerà al servizio in sala. «Quando sarà data la possibilit­à di incontrare non solo i congiunti ma anche gli amici, la dimensione del delivery sarà ancora più attuale: diventerà un’occasione per festeggiar­e a casa, ma insieme alle persone più care».

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