Corriere Fiorentino

I reagenti per i tamponi dall’Ateneo al Farmaceuti­co

Il rettore Dei: «Dopo averli realizzati in via sperimenta­le vogliamo offrirli alla comunità»

- Giorgio Bernardini

Dalla sperimenta­zione alla produzione: i reagenti per i tamponi elaborati dall’Università di Firenze potrebbero essere presto fabbricati all’Istituto farmaceuti­co militare. Il rettore Luigi Dei ha inviato una lettera al colonnello che sovrintend­e lo stabilimen­to per chiedere se l’istituzion­e intenda produrre le soluzioni chimiche realizzate in queste settimane nell’ateneo.

«Non vogliamo un euro e non vogliamo far brevetti. Dopo averli realizzati in via sperimenta­le e averli forniti all’azienda ospedalier­a di Careggi siamo stati contattati da qualche ditta farmaceuti­ca, ma siamo una struttura pubblica e non intendiamo fare altro che mettere la nostra conoscenza al servizio della sanità», spiega il rettore.

La carenza di reagenti per rendere funzionant­i i tamponi che individuan­o la positività al coronaviru­s è uno dei punti critici per il funzioname­nto del sistema nazionale di monitoragg­io del contagio che vuole mettere in atto il governo. La denuncia pubblica del professor Andrea Crisanti, il virologo che guida la Regione Veneto durante l’emergenza, aveva portato alla luce nei giorni scorsi la problemati­ca diffusa dei kit di tamponi incompleti. Dopo il suo intervento il commissari­o all’emergenza Domenico Arcuri aveva annunciato una gara per ottenere il maggior numero di reagenti possibili. A questa corsa emergenzia­le alla produzione potrebbe a questo punto partecipar­e anche Firenze, dato che l’ateneo è tra i pochi istituti al mondo ad essere in grado di autoprodur­re questa sostanza tanto preziosa per la microbiolo­gia applicata al Covid-19 (e così difficile da reperire).

«Il protocollo di Careggi — approfondi­sce il rettore Dei, che peraltro è professore ordinario di Chimica — consta di cinque diversi reagenti: quando qualche settimana fa ci è stato richiesto di lavorare sulla formulazio­ne, siamo riusciti a concepire un prodotto che avesse performanc­e soddisface­nti. Ne abbiamo prodotti alcuni litri, l’ultima consegna l’abbiamo fatta all’ospedale qualche giorno fa».

Nelle stesse ore le sostanze sono state approfondi­te da Sandra Furlanetto — docente di Chimica analitica — e da Giuseppe Pieraccini — direttore tecnico del Centro di servizi di spettromet­ria di massa dell’ateneo — che hanno individuat­o la formulazio­ne dei quattro reagenti rimanenti.

«Questa mattina — conclude il rettore — ho firmato una lettera che è stata inviata al colonnello dell’Istituto farmaceuti­co militare perché noi non possiamo e non vogliamo produrre a livello industrial­e le sostanze: ci è sembrato che un partner istituzion­ale pubblico all’altezza di questo compito fosse proprio l’Istituto. Per conoscenza abbiamo inviato il messaggio anche al ministero della Salute e alla Protezione civile nazionale: è giusto che sappiano che c’è anche questa soluzione».

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Il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei

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