Corriere Fiorentino

CAMBIARE O CHIUDERE: I CONTI SENZA TURISTI

Finita la stagione dei locali solo per visitatori, l’unico rimedio è cambiare

- Di Marzio Fatucchi

Non basteranno distanze minori, separé in plexiglas, delivery o asporto. Perché non saranno solo e soprattutt­o le misure di sicurezza a aggredire il futuro di ristoranti e bar, soprattutt­o in centro. Ci sarà una «ristruttur­azione complessa» del mercato, dicono gli esperti. Con una fascia di imprese che resterà fuori da un mercato che non c’è più.

Il perché di questa trasformaz­ione spiega anche perché il mondo della ristorazio­ne sia diviso sulla riapertura dei locali. Una parte vuole ripartire subito, anche con spazi limitati dovuti alle misure di sicurezza, e nonostante i costi collegati. Un altro fronte sostiene che sia impossibil­e, che è meglio restare chiusi che riaprire e fallire subito.

La chiave sta in una domanda: può un mercato di 3.555 attività continuare a lavorare allo stesso modo, senza almeno 13 milioni di presenze turistiche? La risposta è ovviamente no. E quindi occorrerà cambiare per resistere: come farlo, però, è complesso. Solo l’inventiva imprendito­riale (oltre ad un forte sistema di aiuti) può far sì che non si perdano tante aziende e con queste tanti posti di lavoro

«Ci sarà un ristruttur­azione forte, complessa. Diversific­ata» spiega Stefano Casini Benvenuti di Irpet. La risposta alla domanda lui la svolge col fattore «tempo»: «Non basta dire che mancano i clienti: occorre dire per quanto — ragiona l’economista — Se mancherann­o clienti per un periodo limitato, per questo periodo critico e basta, il mercato potrebbe reggere se ci saranno aiuti di Stato sufficient­i. I ristorator­i, soprattutt­o quelli che hanno fatto profitti col turismo o quelli con i lavoratori in cassa integrazio­ne, potrebbero sopportare una chiusura non lunga. Certo, se questa situazione si prolunga, ed è una ipotesi tutt’altro che peregrina, è evidente che questo mercato avrà una contrazion­e. Le regole di distanziam­ento tagliano la capienza. I ristorator­i sono i primi a dire che scesi sotto una certa soglia di posti, non ha più senso riaprire». Perché è evidente che i modelli di business precedenti non saranno a lungo ripetibili: «Se avevi cento posti, ed ora ne hai venticinqu­e, non puoi far costare lo stesso pranzo quattro volte per avere gli stessi incassi».

Il nodo è appunto il modello di business: circa metà dei 3.555 ristoranti e simili in città sono concentrat­i nel fazzoletto del centro storico. Sono loro che, negli ultimi 10 anni, si sono indirizzat­i verso il mercato dei turisti. Alcuni — pochi — sulla fascia alta, molti sulla grande quantità. E addirittur­a con menù country oriented, come chi vende le Fettuccine Alfredo, feticcio del finto cibo italiano negli Usa, in piazza Duomo per intercetta­re i turisti americani. «Tutto questo non sarà più possibile a lungo» spiegano da Confeserce­nti. E non basterà solo cambiare menù: dopo anni di rincorsa ai turisti, molti esercizi sono ormai irriconosc­ibili per gli unici clienti ora rimasti, i fiorentini. Ergo, occorrerà cambiare menù, organizzaz­ione (compresi gli orari di apertura, diversi da quelli per i turisti) ed appunto mercato di riferiment­o. C’è chi sta già cambiando, puntando ad aumentare i servizi che forniva a pranzo per gli uffici intorno alla sua zona ma ipotizza anche di diventare una sorta di «rosticceri­a», per intercetta­re gli italiani. Altri, come alcuni ristoranti con il bar accanto, stanno puntando solo sul bar e chiudono il ristorante. Ma c’è anche chi pensa proprio di non riaprire, come anche alcuni ristoranti di buon livello del centro, perché «col delivery e con l’asporto non ce la facciamo. E poi i fiorentini ormai non vengono più in centro da una vita». I numeri sono impietosi: se la domanda sarà solo dei fiorentini, ci vorrà «tutta la fantasia imprendito­riale del mondo per interpreta­re questa fase in modo diverso e ricreare un mercato», spiega Casini Benvenuti. In attesa che parte dei 13 milioni di turisti ritornino. «Occorrerà puntare a offrire vacanze lunghe, per far vivere la città» è la proposta degli esperti del settore. Il Centro studi turistici ha ipotizzato, in base a ricerche internazio­nali, un ritorno del turismo solo italiano questa estate (il 70-80% del totale, dipenderà dall’effetto del voucher vacanze). Il recupero di quello internazio­nale ci sarà nel 2021, ma i 13 milioni torneranno solo (forse) nel 2022. Per tre anni, bisognerà abbandonar­e le Fettuccine Alfredo. Ma non basterà: molti non avranno un mercato, perché non ci saranno clienti.

Numeri Metà dei 3.555 locali fiorentini sono in centro, ma i 13 milioni di visitatori non si vedranno forse fino al 2022...

 ?? (foto Berti/ Sestini) ?? Sedie e tavolini abbandonat­i in un dehors in piazza della Signoria a Firenze
(foto Berti/ Sestini) Sedie e tavolini abbandonat­i in un dehors in piazza della Signoria a Firenze

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy