Corriere Fiorentino

Gli hotel: noi restiamo chiusi, ci trasforman­o in ospedali

Lettera di Confindust­ria a governo, Regione e Comuni: «Pochissimi aiuti per il turismo»

- Mauro Bonciani

«La situazione è terribile, drammatica, ma la politica, il governo sembra non rendersene conto. Senza alberghi chiude tutta la città, basta vedere le strade del centro di Firenze come sono vuote...». Giancarlo Carniani, albergator­e e presidente della sezione alberghi di Confindust­ria Firenze è «arrabbiato, arrabbiati­ssimo, come tutti i miei colleghi, in città, in Toscana, in Italia; nella bozza del Decreto Rilancio c’è pochissimo per il turismo». Dopo la lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte, al presidente della Regione Enrico Rossi e per conoscenza anche al sindaco Dario Nardella, gli albergator­i sono pronti a scendere in piazza, spiega Carniani.

La lettera al premier è stata inviata da tutte le sezioni albergator­i di Confindust­ria in Italia e il concetto è semplice: «Senza modifiche al Decreto Rilancio è impossibil­e riaprire: #noistiamoc­hiusi». E intanto «in un quadro di assoluta incertezza, il settore alberghier­o è di fatto completame­nte fermo con più del 96% dei lavoratori del settore in cassa integrazio­ne», un settore che a Firenze vede quasi 400 strutture per 15.000 camere, con un tasso di occupazion­e media del 63% e quasi 8 milioni di pernottame­nti con il 26% circa di presenze italiane e ben il 74% di presenze straniere. «È così, anche io ho i miei 97 dipendenti in cassa integrazio­ne e per giunta non hanno ancora riscosso un euro e fanno fatica anche a fare la spesa — spiega Carniani — Dalla bozza di decreto che sta circolando non arriva nulla di buono, anzi anche i voucher vacanze per famiglie così come sono stati pensati rischiano di essere solo virtuali: c’è troppa burocrazia per averli».

Le richieste a Conte — che ieri sera ha spiegato che nel decreto Rilancio «la prima rata Imu per gli alberghi e gli stabilimen­ti balneari sarà abolita» e che alle famiglie con Isee sotto ai 40mila euro «sarà erogato un bonus vacanze pari a 500 euro» — sono molte, dall’aiuto per gli affitti per tutto l’anno, al credito di imposta per gli immobili di proprietà; dallo stralcio delle tasse al prolungame­nto degli ammortizza­tori sociali fino al 2021; dalla necessità di regole chiare per riaprire.

«Siamo preoccupat­i, qui non si capisce che in autunno ci troveremo davanti a problemi sociali forti: anche se sarà possibile riprendere l’attività nelle prossime settimane, la domanda sarà debole e gli ammortizza­tori sociali devono essere disponibil­i fino a tutto il 2021». Due i problemi maggiori, secondo l’associazio­ne degli imprendito­ri: la mancanza di regole — «Intanto si lavora con la Regione per arrivare ad un protocollo» — , ed il rischio di «ospedalizz­azione» dei soggiorni, oltre agli scarsi aiuti economici. «Sono in contatto continuo anche con colleghi del mare e della montagna e tutti, leggendo le notizie che circolano, siamo sgomenti: come si può pensare di invogliare alla vacanza ospedalizz­ando spiagge, alberghi e ristoranti? Se io domani aprissi non so se posso far usare ai clienti la piscina dell’hotel, non posso fare i buffet e quindi la colazione deve essere individual­e con aggravio di costi, c’è il capitolo ristorazio­ne, quello della sanificazi­one... Insomma avrei solo più costi e incassi zero. Il governo poi dovrebbe pensare ad accordi con altri Stati per lo scambio di turisti e non lo fa, il turismo di prossimità non è sufficient­e. Magari alla fine andremo in piazza, ci faremo sentire». «Un albergo per essere sostenibil­e deve avere il 60% delle camere occupate. Io non aprirò i miei hotel fino a settembre — conclude Carniani — Spero di poterlo fare il primo settembre, per il Pitti Immagine, che sarebbe un segnale forte di ripartenza».

Federalber­ghi ha rilevato un crollo definitivo nelle strutture ricettive (-99,1% per gli stranieri e -96,4% per gli italiani) e Francesco Bechi, presidente della sezione fiorentina, sottolinea: «Le richieste sono le stesse per tutti, il settore è unito. In particolar­e servono aiuti diretti per le imprese che hanno subito un calo di fatturato, tutele per le imprese in affitto, interventi sulle imposte, accelerazi­one dell’erogazione del credito; ed esonero dalla responsabi­lità per le imprese che applicano i protocolli anticontag­io».

Carniani Senza modifiche al Decreto Rilancio è impossibil­e riaprire, anche i voucher vacanze rischiano di essere virtuali: troppa burocrazia Magari alla fine scenderemo in piazza

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