Rocco dice sì
«Spero si riprenda» Il patron è convinto, Iachini molto meno
«Tempo. Comunque vadano le cose lui passa. E se ne frega se qualcuno è in ritardo». La canzone è di Jovanotti, e sembra scritta a posta per il calcio italiano che, come se niente fosse, continua a sperare in una ripresa. Non più il 13 giugno (data che la Serie A aveva indicato per ripartire) ma — come stabilito dall’ultimo Dpcm del premier Conte — il giorno dopo (data di avvio di tutte le attività agonistiche).
Le accuse di Pozzo
Eppure, qualche presidente, trova comunque il modo per alimentare polemiche, come se servissero alla ripartenza. L’ultimo è stato il patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo: «Tutto è iniziato con UdineseFiorentina, i viola sono arrivati qua contagiati — ha detto a
Radio1 — e allora la nostra squadra è andata in quarantena ma i nostri medici si sono preoccupati perché non c’era indicazione di nessun tipo in materia».
Commisso e la ripresa
La Fiorentina guarda, e passa, senza replicare. Parla Commisso. La sua voce comunque, il club viola, l’ha fatta sentire su altri temi. Rocco Commisso infatti, parla ai micrfoni di Mediaset. «Ci sono troppi poteri e troppa burocrazia — spiega a proposito della ripresa del campionato — spero che ci lascino giocare perché il calcio è una grande industria in Italia. I miei giocatori hanno una gran voglia di iniziare di nuovo». L’importante, per Rocco, è non stravolgere le regole. «Se servisse nell’immediato ok ai playoff, ma in futuro il campionato deve mantenere la formula che ha». Poi, il mercato. A partire dai nomi di Belotti e Paqueta. «Senza lo stadio di proprietà — dice Commisso — non si possono avere buoni giocatori». Ma si farà lo stadio? «I toscani ci vogliono bene. Lo faremo ma a prezzi ragionevoli».E poi Chiesa. «Mi dicono che sono stato troppo aperto».
L’attesa del via libera
Intanto, la Fiorentina spera che oggi arrivi il via libera al nuovo protocollo proposto dalla Lega di Serie A, che ha visto un ruolo di primissimo piano del dottor Pengue e che prevede queste novità: tamponi più frequenti per i calciatori (ogni 4 giorni) e test seriologici ogni due settimane; nessun ritiro preventivo e permanente e, in caso di caso di positività, soltanto il membro del gruppo colpito posto in quarantena.
Per gli altri, a quel punto, isolamento all’interno del centro sportivo o di un’altra struttura, ma con la possibilità di proseguire con gli allenamenti. Infine, niente responsabilità penale per i medici sportivi.
Caceres positivo
Erano tre i nuovi positivi tra i giocatori della Fiorentina emersi il 7 maggio scorso. Tra questi, c’era Martin Caceres. È stato lui stesso a rivelarlo. «Ho avuto il virus per 60 giorni senza saperlo — le sue parole — ora ho fatto due tamponi e risulto negativo. I primi sintomi li ho avuti intorno all’8 marzo. Mi hanno detto di mettermi in quarantena, ma non se ne andava». Nei prossimi giorni, l’uruguaiano, tornerà ad allenarsi al centro sportivo. Nessuna novità, invece, sul fronte Ribery. Il francese continua ad allenarsi a casa mentre i compagni aspettano che arrivi l’ok al nuovo protocollo per gli allenamenti di squadra.
Al centro sportivo
Ieri, nel frattempo, ancora lavoro individuale a gruppi anche se, finalmente, è riapparso il pallone. Le prossime tappe. La risposta del Comitato Tecnico Scientifico al nuovo protocollo proposto dovrebbe arrivare oggi, e verrà immediatamente girata al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al Ministro della Salute
Speranza. Saranno loro, a quel punto, a comunicare alla Lega il responso. Domani, invece, è previsto un doppio appuntamento importantissimo. Il consiglio federale ma soprattutto, per la prima volta, i vertici del calcio italiano (il presidente della Lega Dal Pino e il presidente federale Gravina) dovrebbero incontrare il premier Conte.
Il rischio infortuni
Ma torniamo al punto di partenza: il 13 giugno si avvicina e le squadre hanno sempre meno giorni a disposizione per prepararsi alla ripresa del campionato. Un bel guaio perché, meno settimane di lavoro (serio) si hanno a disposizione, più aumenta il rischio infortuni. «È un problema», ha ammesso ieri il vicepresidente dell’AIC Domenico Calcagno a Radio Bruno. Un tema, questo, sul quale Beppe Iachini batte da tempo, e che trova una sponda in quanto accaduto in Bundesliga. Durante le partite del primo turno post blocco per coronavirus infatti, si son registrati ben otto infortuni muscolari.
❞ Caceres Ho avuto il virus per 60 giorni ora ho fatto due tamponi e risulto negativo. I primi sintomi li ho avuti intorno all’8 marzo. Mi hanno detto di starmene in quarantena