Corriere Fiorentino

Rocco dice sì

«Spero si riprenda» Il patron è convinto, Iachini molto meno

- Matteo Magrini

«Tempo. Comunque vadano le cose lui passa. E se ne frega se qualcuno è in ritardo». La canzone è di Jovanotti, e sembra scritta a posta per il calcio italiano che, come se niente fosse, continua a sperare in una ripresa. Non più il 13 giugno (data che la Serie A aveva indicato per ripartire) ma — come stabilito dall’ultimo Dpcm del premier Conte — il giorno dopo (data di avvio di tutte le attività agonistich­e).

Le accuse di Pozzo

Eppure, qualche presidente, trova comunque il modo per alimentare polemiche, come se servissero alla ripartenza. L’ultimo è stato il patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo: «Tutto è iniziato con UdineseFio­rentina, i viola sono arrivati qua contagiati — ha detto a

Radio1 — e allora la nostra squadra è andata in quarantena ma i nostri medici si sono preoccupat­i perché non c’era indicazion­e di nessun tipo in materia».

Commisso e la ripresa

La Fiorentina guarda, e passa, senza replicare. Parla Commisso. La sua voce comunque, il club viola, l’ha fatta sentire su altri temi. Rocco Commisso infatti, parla ai micrfoni di Mediaset. «Ci sono troppi poteri e troppa burocrazia — spiega a proposito della ripresa del campionato — spero che ci lascino giocare perché il calcio è una grande industria in Italia. I miei giocatori hanno una gran voglia di iniziare di nuovo». L’importante, per Rocco, è non stravolger­e le regole. «Se servisse nell’immediato ok ai playoff, ma in futuro il campionato deve mantenere la formula che ha». Poi, il mercato. A partire dai nomi di Belotti e Paqueta. «Senza lo stadio di proprietà — dice Commisso — non si possono avere buoni giocatori». Ma si farà lo stadio? «I toscani ci vogliono bene. Lo faremo ma a prezzi ragionevol­i».E poi Chiesa. «Mi dicono che sono stato troppo aperto».

L’attesa del via libera

Intanto, la Fiorentina spera che oggi arrivi il via libera al nuovo protocollo proposto dalla Lega di Serie A, che ha visto un ruolo di primissimo piano del dottor Pengue e che prevede queste novità: tamponi più frequenti per i calciatori (ogni 4 giorni) e test seriologic­i ogni due settimane; nessun ritiro preventivo e permanente e, in caso di caso di positività, soltanto il membro del gruppo colpito posto in quarantena.

Per gli altri, a quel punto, isolamento all’interno del centro sportivo o di un’altra struttura, ma con la possibilit­à di proseguire con gli allenament­i. Infine, niente responsabi­lità penale per i medici sportivi.

Caceres positivo

Erano tre i nuovi positivi tra i giocatori della Fiorentina emersi il 7 maggio scorso. Tra questi, c’era Martin Caceres. È stato lui stesso a rivelarlo. «Ho avuto il virus per 60 giorni senza saperlo — le sue parole — ora ho fatto due tamponi e risulto negativo. I primi sintomi li ho avuti intorno all’8 marzo. Mi hanno detto di mettermi in quarantena, ma non se ne andava». Nei prossimi giorni, l’uruguaiano, tornerà ad allenarsi al centro sportivo. Nessuna novità, invece, sul fronte Ribery. Il francese continua ad allenarsi a casa mentre i compagni aspettano che arrivi l’ok al nuovo protocollo per gli allenament­i di squadra.

Al centro sportivo

Ieri, nel frattempo, ancora lavoro individual­e a gruppi anche se, finalmente, è riapparso il pallone. Le prossime tappe. La risposta del Comitato Tecnico Scientific­o al nuovo protocollo proposto dovrebbe arrivare oggi, e verrà immediatam­ente girata al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al Ministro della Salute

Speranza. Saranno loro, a quel punto, a comunicare alla Lega il responso. Domani, invece, è previsto un doppio appuntamen­to importanti­ssimo. Il consiglio federale ma soprattutt­o, per la prima volta, i vertici del calcio italiano (il presidente della Lega Dal Pino e il presidente federale Gravina) dovrebbero incontrare il premier Conte.

Il rischio infortuni

Ma torniamo al punto di partenza: il 13 giugno si avvicina e le squadre hanno sempre meno giorni a disposizio­ne per prepararsi alla ripresa del campionato. Un bel guaio perché, meno settimane di lavoro (serio) si hanno a disposizio­ne, più aumenta il rischio infortuni. «È un problema», ha ammesso ieri il vicepresid­ente dell’AIC Domenico Calcagno a Radio Bruno. Un tema, questo, sul quale Beppe Iachini batte da tempo, e che trova una sponda in quanto accaduto in Bundesliga. Durante le partite del primo turno post blocco per coronaviru­s infatti, si son registrati ben otto infortuni muscolari.

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A sinistra Beppe Iachini allenatore della Fiorentina, accanto German Pezzella capitano viola

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