Corriere Fiorentino

LA STUPIDITÀ È CONTAGIOSA

- Di Paolo Ermini

L’inversione di rotta operata venerdì scorso dal governo nell’arco di poche ore sulle riaperture dei bar, dei ristoranti e degli stabilimen­ti balneari è stata una clamorosa prova di inefficien­za e improvvisa­zione. Lasciamo da parte per ora il merito delle decisioni (il lunedì libera tutti). È il metodo che sconcerta. Al mattino il presidente del Consiglio si era presentato alla conferenza Stato-Regioni su una posizione di cautela, favorevole a quello scaglionam­ento delle riaperture che sollecitav­a anche il governator­e della Toscana, Enrico Rossi. A sera la linea si era completame­nte capovolta, come chiedeva il governator­e dell’EmiliaRoma­gna, Stefano Bonaccini, preoccupat­o dalle tensioni sociali che le chiusure delle attività stavano provocando. Vuole dire che nel momento decisivo in cui si doveva definire come e quando far ripartire gran parte del Paese il governo si è mosso come le canne al vento, senza un orientamen­to preciso e saldo, nonostante la pletora di task force e di esperti di cui in questi mesi si è circondato. Esattament­e l’opposto di quanto i cittadini si aspettereb­bero. E cioè competenza, chiarezza, coerenza.

Quanto al merito, c’era da aspettarsi un discorso che segnasse il percorso di uscita dall’emergenza basato su criteri di massima sicurezza.

E invece, come ha notato Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera di domenica, Conte neppure ha accennato alla «strategia delle tre T» (test, tamponi, tracciamen­to) che secondo gli scienziati era la strada maestra da percorrere nella stagione della convivenza (forzata, ma obbligata) con il coronaviru­s.

Più che una iniezione di fiducia, tutto il discorso del presidente del Consiglio è sembrato piuttosto un’invocazion­e della buona sorte in presenza di un pericolo reale ancora grave, accompagna­ta dalle solite raccomanda­zioni ai cittadini di non mollare sulle auto-protezioni (distanze e mascherine). È un quadro tutt’altro che rassicuran­te. L’isolamento di Rossi nello scacchiere delle Regioni non può essere né motivo di compiacime­nto né di sdegnata solidariet­à. Diciamo la verità: i tre scaglioni di riaperture pensati dal nostro governator­e erano troppo ravvicinat­i per essere convincent­i sul piano sanitario; ma come definire il via libera di Roma a bar e ristoranti appena pochi giorni dopo che il governo aveva fatto ricorso contro la governator­a calabrese Santelli per la stessa decisione? Così è comunque. Però. Però sabato notte all’una si alzavano ancora clamori da piazza Santo Spirito, in perfetta continuità con la malamovida ante virus. E le foto dimostrano che chi era lì a tutto pensava tranne che a mantenere il necessario distacco dagli altri. Domenica è stata la volta degli assembrame­nti davanti alle gelaterie. Era già tutto previsto, per dirla con le parole di una celebre canzone. Ma non è una condizione sufficient­e per subire le ondate di irresponsa­bilità. Il governo, bene o male, ha deciso. Le norme stanno in Gazzetta Ufficiale. Significa che prefetti, questori e sindaci, con i vigili (Nardella ha tra l’altro spinto parecchio per riaprire tutto da ieri) devono garantire con le buone o con le cattive il rispetto delle regole per sventare una possibile nuova impennata di contagi. Liberi tutti sì, ma non di ammalarsi per i soliti irresponsa­bili che la fanno da padroni nelle nostre città.

 ??  ??
 ??  ?? Scritte sulla basilica, muri come toilette, movida senza distanze
Scritte sulla basilica, muri come toilette, movida senza distanze
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy