«Rischio non calcolato» ma in Toscana va benino
La Fondazione Gimbe: solo tra 15 giorni i primi effetti delle riaperture. Regioni a confronto
«Non abbiamo strumenti adeguati di monitoraggio. Il rischio non è calcolato». L’allarme è di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Gli effetti delle riaperture del 4, spiega, stiamo cominciando a vederli ora. I dati toscani al momento sono positivi: solo il Veneto ha meno contagi.
«Gli effetti della riapertura del 4 maggio, li vedremo da oggi. Quelli del 18 maggio, il 2 giugno». Ieri, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, durante un’intervista su Tagadà,a La7, ha lanciato l’allarme sulle riaperture fatte a suo giudizio in modo troppo ravvicinato tra una fase e l’altra. Perché, secondo l’istituzione bolognese che da 24 anni si occupa di suggerire le politiche sanitarie in base alle evidenze scientifiche, servono non glie effetti delle riaperture meno di due settimane per valutare gli effetti di un provvedimento di riapertura. Tra contagio, insorgenza dei sintomi, richiesta di un tampone, effettuazione del tampone, attesa del risultato, classificazione del caso positivo nel sistema di notifica regionale, i tempi sono lunghi. Cartabellotta ha così aggiunto: «Non abbiamo strumenti adeguati di monitoraggio. Il rischio non è calcolato».
I numeri toscani
In Toscana, ieri, ci sono stati appena 13 nuovi casi positivi al coronavirus, ma i tamponi analizzati non sono stati moltissimi, 2.075. Dall’inizio dell’emergenza i casi positivi sfiorano i diecimila, per l’esattezza sono 9.961. Cinque i nuovi decessi, in tutto 989, vicinissimi a quota mille. Sono 183 le nuove guarigioni, nel complesso 4.760. In totale, in Toscana ci sono 4.212 persone attualmente positive, ormai quindi meno della metà dei casi totali di contagio emersi dal 24 febbraio. La politica di lockdown degli ultimi due mesi ha portato benefici, ma il panorama regionale non è uniforme: se in provincia di Grosseto da lunedì della settimana scorsa ci sono stati solo 2 casi, la provincia di Firenze negli ultimi otto giorni ne ha individuati ben 90. Continua invece in modo uniforme la discesa dei ricoverati Covid: sono in tutto 305 (il 3 aprile erano 1.437), di cui 67 in terapia intensiva (il primo aprile erano 297), a fronte di una capienza che, rispetto ai 440 posti ad alta intensità disponibili il mese scorso, non ha dati precisi aggiornati ma sembra essere oggi tra i 300 e i 400 letti.
Ad oggi degli attuali positivi solo il 7,2 per cento è ricoverato in ospedale. Lo scorso 3 aprile era il 28 per cento. Gli scienziati si dividono sul possibile indebolimento del virus, ma tutti sono convinti che alcuni fattori possano diminuirne l’aggressività: il caldo (che riduce raffreddori e tosse, veicoli di contagio), l’isolamento degli anziani, ovvero i soggetti più deboli, e le cure prestate fin dai primi sintomi.
Noi e gli altri
Rispetto al resto d’Italia, la Toscana ha 2,7 contagiati su mille abitanti, a fronte di una media nazionale di 3,7. Quel che è più rilevante è che, escluso il caso Lombardia che fa schizzare in alto tutti i dati, la media nazionale sarebbe di 2,8 contagiati ogni mille persone, comunque più alta di quella della nostra regione. Anche sulla letalità del virus, il dato toscano indica che è deceduto il 9,9 per cento dei contagiati, rispetto alla media italiana del 14,2 per cento. La Toscana è comunque la sesta regione italiana su 20 per numero totale di morti con Covid, col 3,1 per cento totale dei decessi, dietro Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Liguria. Quanto ai tamponi, la La Toscana si pone oltre la media nazionale, con i suoi 205.201 effettuati, uno ogni 18 persone, contro una media di uno su 20. Va tenuto conto che il dato grezzo dei tamponi effettuati comprende anche quelli che vengono fatti sui positivi per verificare la loro negativizzazione (in alcuni casi, quando persiste la positività, ne vengono fatti molti). Nella nostra regione le persone effettivamente sottoposte al tampone sono state 148.060, di cui 144.458 analizzati (dati aggiornato a domenica): tradotto, significa che dall’inizio dell’emergenza il 6,9 per cento degli esaminati è risultato positivo. Sempre domenica, il dato giornaliero ci dice che quel dato è calato ormai all’1,4 per cento.
Quanto alla tendenza del contagio più aggiornata, nelle 5 regioni in cui il coronavirus è più diffuso, Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, in questo momento solo il Veneto ha un incremento dei nuovi casi (rispetto a quelli totali) più basso della Toscana, con un +0,05 per cento contro il nostro +0,13, pari a quello dell’Emilia Romagna, ma sotto Lombardia (+0,21%) e Piemonte (+0,24%). Sul numero assoluto di contagi, invece, la provincia di Firenze (3.406 positivi) è 14° in Italia, superata non solo da grandi città del Centro Nord, ma anche da molti capoluoghi di provincia del Nord. Insomma, la situazione toscana sembra buona, ma oggi, come spiega la Fondazione Gimbe, i numeri rappresentano la fotografia delle conseguenze del lockdown durato fino al 4 maggio scorso. Le prossime due settimane saranno decisive per capire l’impatto delle scorse riaperture. Per quelle partite da ieri, la sentenza arriverà a giugno.
Numeri A Grosseto zero casi da una settimana, a Firenze 90 Sopra la media per tamponi fatti, solo in Veneto meno contagi