Corriere Fiorentino

Nardella: se un’azienda apre in area Unesco niente Imu per 3 anni

L’idea di Nardella per attirare imprese innovative. In giunta le pedonalizz­azioni pro-tavolini

- Edoardo Semmola

Il primo giorno di fase 2 (e mezzo) del sindaco Dario Nardella è partito a spron battuto: incontri, dirette, proposte. Mancavano le strette di mano, ma solo perché sono (ancora) proibite.

«Ho inaugurato la fine del lockdown andando dal mio barbiere, Sauro. Forza #Firenze, sempre con attenzione e prudenza, mettendo la sicurezza al primo posto, voltiamo pagina e ricomincia­mo a riprendere la nostra vita facendo tesoro di tutto ciò che ci è accaduto» esordisce di buon mattino. Per poi finire la giornata guardando al futuro: «Imu azzerata per 3 anni per chi apre sedi di fabbriche più centri di ricerca, innovative e digitali in centro».

L’annuncio arriva durante il forum su Facebook organizzat­o dalla Fiom Firenze insieme all’ex assessore Gianni Biagi, Daniele Calosi della Fiom, al presidente di Confindust­ria

Fabrizio Monsani, a Laura Grandi di Sunia, al docente di architettu­ra all’Università di Firenze Francesco Alberti e al direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini, moderati da Marzio Fatucchi.

Il titolo dell’incontro «Firenze ricomincia da tre: diritti, ambiente, industria» è rivelatore: manca la parola «turismo». Proprio perché parliamo di una città con nessun turista tra le sue strade (e chissà per quanto ancora). Così se si parla di sviluppo e conversion­e tecnologic­a senza turisti, per «riportare il lavoro e i servizi in centro» come propone il direttore del Corriere Fiorentino, ecco che proprio Calosi cala l’asso: «Passiamo dal Borg’unto al Borg-tech». In fondo, chiosa il sindaco, «non siamo una città dipendente dal turismo se su 35 miliardi di Pil metropolit­ano il turismo ne vale solo il 15%: l’anima è ancora nella manifattur­a».

L’orizzonte proposto da Palazzo Vecchio e dai suoi interlocut­ori è la riconversi­one tecnologic­a della manifattur­a. Il sindaco però deve fare i conti con le casse vuote e lamenta che il governo abbia stanziato la stessa cifra, 3 miliardi, per Alitalia e per tutti i Comuni italiani messi insieme: «Sono stupito. Serve più coerenza ed efficacia e dobbiamo cambiare priorità» sostiene. Quali priorità? «Prima i territori. Si sceglie di vivere in una grande città per i servizi, i cinema, i teatri», per la socialità insomma. E «l’epidemia ha messo in crisi il cuore di questa domanda, di questo vantaggio. Serve una trasformaz­ione dell’idea di città» e parla di «sfida ambientale, sostenibil­ità, trasformaz­ione del centro» tutte domande che «l’epidemia ha reso più urgenti e impellenti, non più rinviabili. Non si torna indietro». Oggi una delle prime scelte però per il contingent­e: Nardella annuncia a Radio Toscana che stamani in giunta arriverà il tema delle pedonalizz­azioni per dare spazio ai tavolini all’aperto dei ristoranti (il voto in consiglio però è previsto il primo giugno): il sindaco ha «la sensazione è che la città abbia voglia di ripartire, con tutta la prudenza del caso». E quella degli spazi dei tavolini sarà uno dei modi per farlo: anche se, dopo il voto del primo giugno, ci vorrà ancora qualche giorno per avere davvero i tavolini in strada, bisognerà verificare le reali richieste degli esercenti per capire poi come procedere nelle pedonalizz­azioni, in centro come in periferia.

Sempre tra Radio Toscana e Rtv 38 Nardella si dice pronto all’idea di nominare un commissari­o per le due sfide più rilevanti, aeroporto e stadio, prendendo a modello il ponte Morandi a Genova. «Il premier Conte ha detto che siamo le sentinelle di questa emergenza — riflette a conclusion­e di questa giornata sull’onda della ripartenza — Ci va bene essere sentinelle, ma vorremmo anche avere gli strumenti per farlo. E oltre a essere sentinelle ci piace essere coloro che danno fiducia alle nostre città».

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Il sindaco Nardella ieri mattina dal barbiere A sinistra il forum della Fiom in diretta su Facebook
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