Corriere Fiorentino

Folla al mercato E il manichino ordina prudenza

- Simone Lanari

«Non dovete sta appicciaaa­ti! Con la mascherina vi dovete “tappa ir naso”!!!». Livorno riparte alla livornese. Con il cartello appeso ad un manichino con una sciarpamas­cherina messo dai commercian­ti tra i banchi del mercato di via Buontalent­i per ricordare a tutti di mantenere le distanze. La piazza del mercato è popolata come lo è stata anche durante il lockdown, ma a fare la differenza anche a colpo d’occhio sono le decine di baracchine che hanno tirato su la saracinesc­a e hanno riaperto per la prima volta dal giorno della chiusura a marzo. Banchi di pantaloni, maglie, abbigliame­nto intimo: un segno del faticoso ritorno alla normalità. Anche il resto di Livorno si è come risvegliat­o: hanno riaperto bar, parrucchie­ri, negozi, ristoranti, tra mille preoccupaz­ioni e tanta incertezza sul futuro immediato. «Da stamani ho fatto 10 caffè — racconta un barista alle 12 — non ci pago nemmeno la luce che ho consumato». Sì, perché i bar hanno riaperto, ma non sono stati presi d’assalto come si pensava, nonostante tutti usino i presidi sanitari richiesti, abbiano creato percorsi ad hoc per entrare ed uscire dai locali senza creare incroci troppo ravvicinat­i tra i clienti e abbiano i tavoli in esterno. E così, nel primo giorno di riapertura vera e propria, neanche le colazioni decollano. Una timida ripartenza anche quella dei ristorator­i, divisi ancora se aprire o no. C’è chi ha provato a riaprire già per il pranzo, c’è chi ha aperto a cena e c’è anche chi invece aspetterà il weekend per capire come vanno le cose ai colleghi, perché — come dice un ristorator­e del centro — «buttare i pochi soldi rimasti non avrebbe senso». I parrucchie­ri invece fin dalla mattina hanno clienti, grazie alle liste con le prenotazio­ni prese nei giorni scorsi: meno postazioni e quindi meno tagli in una volta sola, ma le agende sono piene di appuntamen­ti e le persone continuano a chiamare.

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