Pranzo d’esordio in trattoria (senza poter toccare l’oliera)
Dieci clienti a «La Casalinga». Il titolare: un disastro, se va avanti così meglio fare solo take away
Quando Santo Spirito brulicava di fiorentini e turisti, alla trattoria La Casalinga di via dei Michelozzi, che fosse lunedì o un altro giorno della settimana, trovare un posto libero a pranzo era un vero e proprio colpo di fortuna. Ieri, alla riapertura, di clienti ai tavoli se ne contavano una decina: due coppie e un gruppetto di sei amici. Per tutti, all’ingresso, le domande di rito da parte del cameriere in mascherina e guanti: «Siete congiunti?», «Siete consapevoli dei rischi che si corrono se occupate lo stesso tavolo?», e infine: «Mi raccomando prima di entrare in sala disinfettate le mani col gel».
Superato il check point, e prima delle ordinazioni, l’addetto alla sala parte con una sequela di raccomandazioni per evitare la diffusione del virus tramite gli oggetti: «Di qualsiasi cosa abbiate bisogno chiedete al nostro personale. Vi ricordo che non è possibile toccare né la bottiglia dell’olio, né il macinino del pepe, né il contenitore del formaggio. La saliera, invece, è a vostra disposizione, ma va igienizzata ogni qualvolta la si usa. E se andate in bagno lavate le mani e poi, uscendo, utilizzate di nuovo il gel». I menù invece sono stati riposti nel cassetto, e i piatti del giorno vengono enunciati dai camerieri, che lavorano sotto organico. Dei 16 dipendenti della Casalinga, solo 4 sono tornati al lavoro, gli altri sono in cassa integrazione. E anche in cucina si «spadella» a ranghi ridotti per rispettare le distanze. «Come primo giorno per noi è stato un disastro — ammette Andrea Bartarelli, la cui famiglia ha aperto questo ristorante 57 anni fa — Se anche nei prossimi giorni andrà così, allora meglio chiudere e continuare solo con il delivery o il take away in attesa di tempi migliori». Davanti alla cassa è stato montato un divisorio in plexiglass, «che ci è costato 200 euro», ma di metterne uno anche sui tavoli Andrea non ci pensa proprio: «Il costo è insostenibile, se aggiunto a tutto il resto». E allora, non appena i clienti si alzano, ecco arrivare il cameriere «armato» di spray che spruzza sui pavimenti e sulle sedie. Un’operazione lunga, meticolosa e sfiancante, che va ripetuta di continuo perché l’impatto psicologico che il Covid-19 ha avuto sulle persone è devastante: «Anche i nostri clienti storici ancora non si sentono tranquilli e preferiscono starsene a casa e ordinare il cibo al telefono». In ogni caso, per non correre alcun rischio Bartarelli ha passato la notte tra domenica e lunedì a studiare i decreti, riempire dichiarazioni e a organizzare le sanificazioni, che devono essere registrate su un apposito schedario: «Brancoliamo nel buio, vorremmo che ci venisse spiegato chi e come può mangiare insieme. Noi, per ora, abbiamo tolto una decina di tavoli e ne teniamo altri sette vuoti. Diciamo che abbiamo perso il 60% dei coperti: se ci avessero imposto i due metri di distanza di sicuro non avremmo riaperto».
Alla fine del servizio, la storica cuoca della Casalinga, Graziella (la madre di Andrea), 70 anni, nel vedere la sua trattoria completamente vuota, si asciuga gli occhi gonfi di lacrime e si lascia andare ad uno sfogo: «In confronto a questa pandemia e ai danni che ci ha causato, l’alluvione del 1966 fu un mazzo di fiori. Ricordo che riaprimmo dopo appena due settimane senza alcun problema. Questo coronavirus ci sta distruggendo...».
❞ All’ingresso Siete congiunti? Siete consapevoli dei rischi che si corrono se occupate lo stesso tavolo? Disinfettarsi dopo essere stati in bagno
❞ In sala Di qualsiasi cosa abbiate bisogno chiedete al nostro personale Non prendere il contenitore del formaggio La saliera sì, ma poi va igienizzata