Casse dei Comuni prosciugate: la Toscana è in testa
La crisi di liquidità colpisce anche gli enti locali e la Toscana è fra le regioni italiane quella che subisce il colpo maggiore. A riprova che qui pesano molto (troppo) i soldi dei turisti e le addizionali locali. Secondo un’indagine condotta dall’istituto di analisi Demoskopika, il Covid-19 ha comportato minori tributi incassati per 1,6 miliardi nei mesi di marzo e aprile, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, una contrazione pari al 65,4% a livello nazionale. La Toscana è sul podio delle casse più «prosciugate», con i Comuni che registrano una flessione degli incassi pari mediamente a 536 mila euro per ente locale (-74,3%) quantificabile in oltre 146 milioni di euro, immediatamente seguita dall’Emilia-Romagna, i cui Comuni hanno registrato mancati incassi per 421 mila euro (-70,2%) pari a 138 milioni di euro . Sul versante opposto, ad aver subìto minori contraccolpi negli ultimi due mesi, i Comuni del Trentino-Alto Adige con una flessione degli incassi pari a poco meno di 35 mila euro per ente locale (-43,9%) quantificabile in quasi 10 milioni di euro.
Il calcolo è stato fatto prendendo in esame addizionale Irpef, Imu, Tari, Tasi, Tosap – Cosap, imposta di soggiorno e imposta comunale sulla pubblicità (ICP). Andando nel dettaglio, nel bimestre marzo-aprile 2019 i comuni toscani avevano incassato 40 milioni e 486 mila euro di addizionale Irpef, mentre nello stesso periodo di quest’anno gli introiti sono stati pari a 20 milioni e 679 mila euro con un calo del 48,9%: mancano all’appello oltre 19 milioni e 800 mila euro di Irpef, pari a una media di 72.500 euro per comune.
Dall’imposta unica comunale vengono a mancare oltre 107 milioni di euro (lo scorso anno furono incassati 129 milioni, contro i poco meno di 22 di quest’anno) con un abbattimento dell’83,1% pari a oltre 390 mila euro per comune. Sfiora i 74 milioni (-87,5%) l’ammanco riconducibile all’Imu che porta via mediamente 270 mila e 700 euro dalle casse di ciascun municipio toscano. Un’altra mazzata arriva dalla Tosap-Cosap, la tassa di occupazione delle aree pubbliche, che fa mancare alla Toscana quasi 8 milioni di euro rispetto all’anno scorso (-58,1%). Mancano 32 milioni e 700 mila euro (-75,3%) di Tari, pari a circa 120 mila euro per comune.
Mancano quasi 650 mila euro di Tasi (-57,3%) pari a 2.300 euro per comune. E mancano soprattutto 7 milioni e 260 mila euro di Tassa di soggiorno, cancellata quasi per intero (-96,1%) dalla paralisi del turismo: lo scorso anno fra marzo e aprile nelle casse dei comuni toscani erano entrati 7 milioni e 556 mila euro, quest’anno soltanto 297 mila euro e l’ammanco medio è pari a 26.500 euro per comune, ovviamente con le voragini di chi vive prevalentemente di turismo (come le città d’arte, Firenze in testa) e i minori danni delle località che trovano i propri ricavi in altre fonti. Il decremento dei ricavi da tassa di soggiorno in Toscana (-96,1%) è ben superiore alle altre città italiane meta irrinunciabile dei turisti internazionali, il Veneto e il Lazio, che lasciano sul tappeto rispettivamente il 90,8% e il 42,2%.